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Questo articolo è stato pubblicato il 08 marzo 2011 alle ore 16:50.

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Nel 2010 fallite oltre 11 mila aziende, il 20% in più rispetto al 2009 (Marka)Nel 2010 fallite oltre 11 mila aziende, il 20% in più rispetto al 2009 (Marka)

Nel 2010 hanno dichiarato bancarotta più di 11.000 aziende, il livello più alto da quando - tra il 2006 e il 2007 - é stata riformata la disciplina sulla crisi di impresa, che di fatto ha escluso un numero rilevante di piccole aziende dall'ambito di applicazione della legge. Lo rileva uno studio dell'osservatorio crisi di impresa di Cerved Group pubblicato oggi. Rispetto al 2009 le procedure sono aumentate di circa il 20%, proseguendo la dinamica già sostenuta del 2008 (+25%). Segnali di un'inversione di tendenza sono stati tuttavia, rilevati, nell'ultimo trimestre del 2010 (-9%, su base destagionalizzata, rispetto al picco del terzo trimestre).

Le più colpite dalla crisi le imprese che operano nell'industria
Le imprese che operano nell'industria sono le più colpite dalla crisi: tra il 2009 e il 2010 hanno dovuto dichiarare default più di 5000 imprese manifatturiere, con un insolvency ratio che ha toccato quota 45,2 (oltre il doppio di quello complessivo dell'economia pari a 20). Hanno sofferto soprattutto il settore dei mezzi di trasporto (insolvency ratio pari a 87 nel 2010), quello della gomma e della plastica (83), l'industria calzaturiera (71) e la meccanica (63). Con un incremento delle procedure del 15%, tra 2010 e 2009, (che segue uno del 34% nell'anno precedente) le costruzioni risultano il secondo ramo più colpito per insolvency ratio (nel 2010 si é attestato a 27,5).

Fenomeno omogeneo su base territoriale, Lombardia regione più colpita
Se nel 2009 l'impennata dei fallimenti aveva riguardato soprattutto le aree del Nord (con incrementi del 35% nel Nord Ovest e del 28,4% nel Nord Est), nel 2010 il fenomeno risulta più omogeneo: le procedure sono cresciute a un tasso del 21,5% nel Nord Ovest, del 20,9% nel Centro, del 18,4% nel Nord Est e del 17,4% nel Sud e nelle Isole. Il Nord rimane tuttavia l'area del Paese con la più alta incidenza dei fallimenti: l'insolvency ratio si attesta a 23,8 nel Nord Ovest (dove si contano oltre 6 mila fallimenti nell'ultimo biennio), soprattutto a causa dell'alto livello dell'indice registrato in Lombardia (28,1), la regione italiana che conta il maggior numero di casi (più di 4 mila nel corso del 2009-2010).

Nel 2010 il concordato preventivo é aumentato, (+5,6% rispetto al 2009), anche se a ritmi più lenti in confronto a quelli osservati negli anni precedenti e con una minore intensità, rispetto all'incremento dei fallimenti. Sono calate le domande di concordato nell'industria (-14,3% tra 2010 e 2009), mentre sono aumentate - con tassi a due cifre - negli altri settori. «La riduzione dei fallimenti registrata nell'ultima parte del 2010 su base destagionalizzata - commenta Gianandrea De Bernardis, amministratore delegato di Cerved Group - potrebbe suggerire un'inversione di tendenza nei prossimi mesi. L'impressione é rafforzata inoltre dalla più lenta dinamica dei concordati preventivi osservata nell'anno: il concordato é infatti uno strumento che, rispetto all'istituto fallimentare, é utilizzato in una fase in cui la crisi dell'impresa é in uno stadio meno avanzato e che quindi ha un carattere più congiunturale».

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