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Questo articolo è stato pubblicato il 08 marzo 2011 alle ore 09:36.

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Cala il petrolio ma la verde è sempre più cara. Al Sud tocca 1,61 euro - L'enigma del prezzo carburanti (Foto Ansa Brambatti)Cala il petrolio ma la verde è sempre più cara. Al Sud tocca 1,61 euro - L'enigma del prezzo carburanti (Foto Ansa Brambatti)

Carburanti ancora più cari nei distributori italiani, con l'ondata di aumenti decisi da Esso, Ip, Q8, Tamoil e TotalErg, che hanno portato, nel Mezzogiorno, la benzina a punte massime di 1,611 euro al litro. Intanto registra un rallentamento la corsa del petrolio in calo sui mercati asiatici a seguito di un possibile aumento della produzione dell'Opec. Il greggio cede 1,67 dollari a 103,77 dollari al barile mentre il Brent perde 1,29 dollari a 113,75 dollari al barile.

I membri dell'Organizzazione dei paesi esportatori di petrolio (Opec) sono impegnati in attive consultazioni sull'impatto nel mercato petrolifero della rivolta in Libia contro il regime di Muammar Gheddafi. «Abbiamo condotto consultazioni ma non è stata presa alcuna decisione su cosa fare», ha spiegato lo sceicco Abdullah Al-Sabah ministro kuwaitiano del petrolio ai giornalisti che gli chiedevano se l'Opec ha intenzione di aumentare la sua produzione. Il ministro ha smentito che il Kuwait, quinto produttore dell'organizzazione, abbia già preso questo provvedimento.

Il Financial Times ha riferito ieri che diversi paesi dell'Opec stanno affiancando l'Arabia Saudita, procedendo dietro le quinte ad aumenti dell'offerta di petrolio in modo da compensare i cali di forniture dalla Libia. Ieri i prezzi petroliferi sono tornati sotto pressione a causa delle perduranti tensioni nel mondo arabo e degli scontri in Libia, che creano allarmismo sul mercato dell'oro nero. A Londra il barile di Brent, il petrolio del mare del Nord è arrivato a superare i 118 dollari, anche se nel pomeriggio ha ridimensionato i rialzi a 116,50 dollari.

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