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Questo articolo è stato pubblicato il 09 marzo 2011 alle ore 07:56.

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I cinque punti del programma di MorelliI cinque punti del programma di Morelli

«Attenzione: l'Italia è una nazione che sta rottamando i suoi giovani. E per far ripartire questo paese, c'è bisogno di un vero tsunami che ridia tutte le carte del gioco». Parla senza mezzi termini Jacopo Morelli, candidato alla presidenza dei giovani imprenditori di Confindustria per la successione di Federica Guidi, nel triennio 2011-2014. Morelli, 35 anni, fiorentino, attuale vicepresidente con delega all'economia, ha presentato a Milano il suo programma alla stampa: contenderà al torinese Davide Canavesio il posto di presidente alle prossime elezioni, in programma il 29 aprile.

«Chi, come noi, ha forti aspettative per il futuro, è preoccupato per un'Italia che è incapace di riagganciare la crescita mondiale, che si accontenta di un consolidamento dell'1% quando nel resto del mondo una crescita che si ferma al 2% viene considerata potenzialmente recessiva», continua Morelli.

Al centro del programma, l'imprenditore toscano e la sua squadra mettono cinque punti. Innanzitutto i giovani: «Siamo bloccati da una pervasiva gerontocrazia – sottolinea Morelli – che blocca l'innovazione e rappresenta l'antitesi della meritocrazia. Seconda parola d'ordine, imprenditorialità: in Italia bisogna tornare a produrre ricchezza. Terza parola: il merito: servono talenti, e multiculturalità e diversity sono fattori di competitività. Quarto punto, la leadership: non abbiamo scelto di fare impresa per una prospettiva di vita facile, e questi sono tempi in cui bisogna «osare» e «resistere». Quinto punto, il futuro: abbiamo bisogno di un paese che faccia il tifo, con noi, per la crescita e per i giovani, che abbandoni l'irresponsabile egoismo generazionale che ha fatto lievitare la spesa previdenziale dal 2% del Pil negli anni 50 al 15% attuale. Inoltre scontiamo deficit infrastrutturali dovuti a ipoteche ideologiche, a partire dall'energia nucleare».

Tra i problemi da risolvere Morelli cita «la disoccupazione giovanile: il tasso è imbarazzante. Tra gli altri problemi, c'è una questione seria di egoismo generazionale. Inoltre – continua – la partecipazione delle donne al mondo del lavoro è troppo bassa: serve trovare dei meccanismi che la favoriscano. Per esempio, Alberto Alesina aveva proposto sgravi fiscali, che possono essere reinvestiti in modi utili. Bisognerebbe mettersi a lavorare seriamente su questi temi».

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