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Questo articolo è stato pubblicato il 11 marzo 2011 alle ore 08:01.

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Stranieri, soprattutto provenienti dalla Russia, e "destagionalizzazione". È attorno a questi due caposaldi che sta sempre più costruendo il suo futuro la Riviera romagnola, guidata da Rimini e provincia che nel 2010, secondo le rilevazioni della Banca d'Italia, avrebbero visto crescere le presenze degli stranieri di mezzo milione di unità rispetto al 2009, a quota 4,7 milioni.

A tal proposito i numeri sono eloquenti e rilevano un gran movimento in arrivo dalla Russia, le cui presenze in entrata, stando questa volta ad elaborazioni della società Trademark, hanno segnato un +12,6% nei mesi estivi. «È un mercato in grossa crescita – afferma Alessandro Lepri di Trademark – sulla cui performance ha senz'altro un ruolo l'aeroporto di Rimini, che è lo scalo charter da e per la Russia più importante d'Italia». Anche qui i numeri lasciano poco spazio a dubbi: il "Fellini" ha chiuso il 2010 con quasi 553mila passeggeri (+44,4% rispetto al 2009), di cui «264mila provenienti dalla Russia. Per il 2011 – spiega Massimo Masini, presidente di Aeradria, società di gestione dello scalo – contiamo di arrivare a 38omila».

Ma è sulla componente straniera tout court che sta lavorando molto l'Apt, testa di ponte di una politica promozionale da 20 milioni di euro annui fatta da regione, enti locali, camerali, associazioni e volta, soprattutto, a far riprendere quota a questa macchina da 40 milioni di presenze che ha chiuso la stagione estiva con -1,9% di arrivi e -2,7% nelle presenze. «Siamo partiti con una forte promozione in Polonia – dice l'amministratore delegato di Apt, Andrea Babbi – portando il logo dell'Emilia-Romagna su 10 milioni di confezioni di latte. Ma puntiamo anche molto sul wellness e su un'offerta diversificata che riguardi Riviera, città d'arte, terme, appennino».

In questo quadro, la regione guarda con molto interesse a quello che in Riviera è successo nei mesi non estivi: secondo Trademark gli arrivi e le presenze sono aumentati rispettivamente del 5,6 e del 3,1 per cento. E la componente straniera è stata trainante: +16,2% gli arrivi e +6,3 le presenze. «È vero – afferma Claudio Della Pasqua, presidente regionale Asshotel – e infatti stiamo tarando le nostre offerte sia sulla maggiore presenza di tranieri sia sulla destagionalizzazione. Ma è la redditività che ci preoccupa, perché per stare sul mercato siamo costretti a offerte e prezzi spesso non remunerativi».

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