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Questo articolo è stato pubblicato il 11 marzo 2011 alle ore 06:41.

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MILANO
Che delizia, sentir parlare Saro Messina delle tecniche utilizzate per vendere, in Sicilia, agli inizi della carriera, gli elettrodomestici Zanussi. Un vero spasso, per la capacità di racconto unita a un'efficacia, una concretezza non comune, nel centrare gli obiettivi. Doti naturali che spiegano il successo di Rosario Messina, come imprenditore del marchio di letti Flou, ormai nella storia del made in Italy.
Difficilissimo strappare l'applauso sui meccanismi inutili di svendita applicati dalla grande distribuzione, bacchettata per l'incapacità di contrastare la tentacolare Ikea: eppure, al presidente di Federlegno Arredo, il miracolo è riuscito anche, al Dal Verme, nella conferenza di fine anno, prima di Natale.
L'accento, intatto, era rimasto quello di Aci Castello, dov'era nato 68 anni fa. Ma la platea, passando per Milano e la Brianza, era diventata il mondo. Come amava ripetere: «Ho insegnato ai giapponesi a dormire nel letto, a lasciare i loro futon». Vero. verissimo.
Poi, mercoledì sera, mentre Rosario Messina era alla guida della sua macchina, un malore che non gli ha lasciato scampo. Giusto tre anni fa, un attimo prima di passare il timone della sua creatura, il Cosmit, l'ente che organizza il Salone del mobile, al collega imprenditore e amico di sempre, Carlo Guglielmi, ci aveva detto, indicando il cuore: «Ho fatto giusto una registratina qui, un tagliando, ma va bene. È tutto a posto. Eccomi pronto a ripartire». E, di fatti, s'era messo a lavorare per la sua categoria, ignaro della «terza guerra mondiale», che stava per abbattersi sull'economia globale e sul settore. «Uno tsunami» o anche «una botta in testa, durissima».
Battaglia, per lui, anche più appassionante della guida di Cosmit che, in un decennio, ha contribuito a far diventare un appuntamento sul design unico al mondo. La cura, per Saro Messina: «far ripartire i consumi, più incentivi meno cassa integrazione, tornare, assolutamente, a vendere». Nelle istituzioni di categoria ci credeva, le frequentava con assiduità per trovare soluzioni condivise. «Questa cosa non va, adesso lo dico a Emma», gli abbiamo sentito dire. Emma (Marcegaglia, ovviamente, presidente di Confindustria), gliene ha dato atto ieri, con un ricordo commosso. Non perdeva un incontro, per incitare, stigmatizzare, consigliare.
Ironia della sorte, stretto in uno di quegli impeccabili gessati che gli andavano a pennello, il 10 febbraio ha rievocato i primi cinquant'anni di Cosmit. Dal boom economico in poi, fatti e persone che hanno fatto la storia dell'industria del design. Ne era parte: «Marva Griffin, l'ideatrice del Salone Satellite? Quando da Caracas arrivò in Brianza, era anni luce più bella di Naomi Campbell».
Grande intuito. Flou è un successo grazie alla sua capacità di esplorare i mercati. Gli Stati uniti, il Giappone. Sui cinesi («accaniti copiatori»), s'era ricreduto: «Alle loro fiere, dobbiamo andarci». All'Expo di Shanghai era rimasto stupito dal padiglione italiano. Pragmatico e visionario, aveva suggerito di non mollarlo. Lunedì scorso in Assolombarda, la delegazione cinese che lo gestirà sottraendolo alla distruzione, ha detto, in sua presenza: «Ne faremo la città del design italiano».
Tra tutti i premi e le medaglie conquistate, la più amata, quella di cavaliere del lavoro, nel 2009. «Dove hai lasciato il cavallo, cavaliere?». «Ma quale cavallo - aveva risposto - qui stiamo facendo la vendemmia sulle pendici dell'Etna». Vero. Nella sua Sicilia, si era dato (anche) alla viticoltura: «Sapessi che vino verrà fuori».
«Un cuore appassionato», ricorda il sito di Federlegno Arredo. «Un cuore - dice Giovanni De Ponti, l'amministratore delegato - che ha fatto crescere i fatturati, ma soprattutto gli uomini, dentro e fuori l'azienda». I tributi, anche alla famiglia, l'amatissima moglie Cettina, i tre figli, tutti in azienda, Cristina, Massimiliano e Manuela, una serie incredibile, da ieri.
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L'INTUIZIONE

Rivoluzionaria
Flou, fondata a Meda, in Brianza, nel 1978 da Rosario Messina, ha fatto una piccola grande rivoluzione nel settore dell'arredamento: la prima mossa di Messina fu chiedere al designer e architetto Vico Magistretti (scomparso nel 2006) di ideare un letto, lasciandogli piena libertà. Il risultato fu Nathalie (nella foto), il primo "letto tessile" del mondo.
Da allora Flou ha lavorato con i maggiori architetti e designer, arricchendo la gamma di letti e soprattutto di "vestiti", con tessuti e rivestimenti sempre più colorati.
Ma alla Flou e a Rosario Messina si deve non solo una rivoluzione estetica e funzionale, ma anche distributiva: prima della creazione di Nathalie non era possibile acquistare in un solo negozio e in un'unica soluzione un letto "pronto per dormire", completo di tutti gli accessori.
Negli ultimi anni, Flou ha diversificato negli armadi, sempre rigorosamente "made in Brianza".

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