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Questo articolo è stato pubblicato il 14 marzo 2011 alle ore 06:41.

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Niente più obbligo di iscrizione all'albo professionale per i certificatori della Lombardia, che chiedono l'inserimento negli elenchi del Cestec, l'ente di accreditamento regionale. Anche se resta un requisito di base essere in possesso di un'adeguata esperienza e aver seguito un corso di formazione con il superamento dell'esame finale.

È una delle novità introdotte dal "collegato ordinamentale", cioè la legge 3/2011 che modifica numerose disposizioni legislative, fra cui la legge 24/2006 in materia di emissioni in atmosfera e tutela dell'ambiente. Il provvedimento è stato pubblicato in Bur lo scorso 25 febbraio ed è in vigore dal 12 marzo.

Molte le integrazioni e modifiche apportate in materia di certificazione ed efficienza energetica. La principale è l'abolizione dell'iscrizione agli ordini e collegi professionali, che non è dunque più necessaria in Lombardia né per accedere ai corsi di qualificazione né per accreditarsi alle attività di diagnosi e rilascio degli attestati di certificazione energetica (Ace).

Con il collegato, sul territorio regionale sarà inoltre obbligatorio, d'ora in poi, dichiarare la classe e l'indice di prestazione energetica di un edificio in tutti gli annunci commerciali per la vendita e la locazione. E ancora: l'Ace, per avere validità, non dovrà più essere vidimato per accettazione dal Comune in cui è ubicato un immobile, ma dal 1° settembre 2011 l'efficacia decorrerà dall'inserimento dell'attestato nel catasto energetico regionale.

«Sempre in materia di rendimento – aggiungono i tecnici del Cestec – la Lombardia ha inoltre deciso di estendere l'obbligo di inserire i dispositivi per la termoregolazione e la contabilizzazione autonoma degli impianti termici centralizzati, anche negli edifici esistenti e nel caso in cui non vi sia un contestuale cambio del generatore di calore. L'obbligo scatterà partire dal 1° agosto 2012, prima per gli impianti di maggior potenza e più obsoleti, per essere poi progressivamente esteso a tutto il parco immobiliare» (si veda Il Sole 24 Ore del 6 marzo scorso). Infine, con l'aggiunta di un nuovo comma all'articolo 25 della legge 24/2006, la Regione istituisce una sorta di «fondo per il controllo», per permettere ai Comuni di effettuare le verifiche sulla rispondenza fra le prestazioni energetiche dichiarate nei nuovi progetti edilizi e la situazione reale.

Se la Lombardia ritocca un sistema già esistente, novità sono in arrivo anche in Veneto, dove la Regione ha deciso di introdurre un registro regionale per gli Ace. «Non si tratta – spiegano gli uffici tecnici dell'Unità operativa Energia – di una marcia indietro rispetto alla linea della Regione, che già in passato ha deciso di non creare propri sistemi locali. Tuttavia, posto il fatto che tocca comunque alla nostra amministrazione raccogliere, protocollare e registrare gli attestati rilasciati dai professionisti da trasmettere al ministero dell'Ambiente, si è deciso di dare un fondamento giuridico a questo tipo di attività». Il "salvataggio" in una grande banca dati degli Ace, che sono trasmessi non più in formato cartaceo, ma elettronico attraverso posta certificata, consentirà alla Regione di monitorare la situazione.

«Il passo successivo – spiega Marino Zorzato, vice-presidente della Regione – vista anche la mole di Ace che arrivano ai nostri uffici (attualmente sono oltre 20mila i certificati in giacenza da registrare), sarà la creazione di un vero e proprio portale, che si chiamerà VE.NET.energia e sarà in grado di semplificare la registrazione».

Passi avanti, nell'attivazione dei sistemi locali di certificazione, si registrano, infine, in Trentino e Valle d'Aosta. In Provincia di Trento, dove nel 2010 è stato attivato un protocollo locale, sono stati rilasciati a febbraio i primi certificati, che sul territorio provinciale riguardano solo nuovo e ristrutturato. In Vallée, la Regione ha invece approvato a fine 2010 le metodologie di calcolo regionali per la determinazione delle prestazioni energetiche degli edifici.
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