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Questo articolo è stato pubblicato il 16 marzo 2011 alle ore 06:40.

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Più di 2.500 persone, in una sede insolita per un'assemblea di imprenditori: il Rainbow MagicLand, il parco a tema dedicato alla magia, a Valmontone, ancora con i lavori in corso, in vista dell'apertura di fine maggio.
È qui che ieri si è tenuta l'assemblea di Unindustria, l'Unione degli industriali di Roma, Frosinone, Rieti, Viterbo e Lazio, la prima dopo la fusione, varata all'inizio dell'anno. «È un risultato tangibile che unisce impresa e territorio», ha spiegato il presidente di Unindustria, Aurelio Regina. Ma non solo: «È la fantasia la materia prima di chi fa impresa. La capacità di trasformare i sogni in prodotto finale può far crescere non solo un territorio ma un'intera economia».
Quindi, quale sede più adatta per dare il segnale che nonostante la crisi e il lento recupero dell'Italia, «la fiducia non arretra», come ha scandito Regina aprendo l'assemblea, dopo un omaggio ai 150 anni dell'Unità d'Italia e la lettura delle parole del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che ha chiesto alle imprese di impegnarsi nell'innovazione e per i giovani.
Il rischio di decadenza esiste, ma «la migliore cura è la creazione di ricchezza». Un obiettivo che si può raggiungere «solo in un contesto socioeconomico e politico favorevole». In platea, oltre agli imprenditori arrivati dalle province del Lazio (solo Latina non ha aderito alla fusione), e big, da Luigi Abete, Ugo Brachetti Peretti, Luisa Todini, ci sono anche gli esponenti della politica, dal sindaco di Roma, Gianno Alemanno, al sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta. Che ascolta le parole di Regina, sul palco accanto a tutta la squadra, tra cui Franco Bernabè, (Telecom), Rocco Sabelli (Alitalia), Edoardo Montefusco, (RDS): «Se l'Italia arranca dietro gli altri paesi è per l'incapacità della politica, di tutta la politica, di predisporre gli strumenti adeguati a valorizzare il serbatoio di aziende». Un'affermazione cui Letta risponderà nel suo intervento rimproverando le imprese di aver perso lo slancio imprenditoriale (vedi articolo in pagina).
Servono le riforme, ha sollecitato Regina, dando atto alla presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, in prima fila, di averle sempre sollecitate. Ed ha individuato due grandi obiettivi: fisco e mercato del lavoro. Il federalismo lo preoccupa: «Oggi rappresenta la ripartizione su base territoriale di imposte che già corrispondiamo e che gli enti locali avranno solo la possibilità di aumentare». Mentre la capacità di investimento di molte regioni, come il Lazio, restano condizionate dal deficit sanitario. Bisogna riequilibrare il carico: dalle imposte dirette alle indirette, dal lavoro e dai profitti alla rendita. E ogni risorsa che arriva dall'evasione andrebbe destinata ad un fondo esclusivo ed automatico per la riduzione del cuneo fiscale.
Ma la grandi questioni nazionali si incrociano con quelle locali, specie in un'area come il Lazio dove c'è la Capitale d'Italia: «Va approvato l'ultimo decreto legislativo per Roma capitale», ha chiesto Regina. Denunciando anche i tagli al Fus: gli effetti comprometteranno l'attività di istituzioni storiche come l'Accademia di Santa Cecilia, il Teatro dell'Opera, Cinecittà. Le imprese saranno in prima fila nel fare la propria parte. Il parco di Valmontone, con i 300 milioni di investimenti privati (tra i soci il creatore delle fate Winx) è la prova. Seguirà a Sud di Roma Cinecittà World. E poi c'è la sfida Olimpiadi: per sostenere il Comitato promotore le imprese hanno già costituito una Fondazione. Servono le infrastrutture, a partire dal raddoppio di Fiumicino. In un dialogo continuo con le amministrazioni. Proprio per essere più forti Regina si è fatto promotore della fusione tra le associazioni territoriali, progetto condiviso dagli altri presidenti, ora suoi vice, che ha pubblicamente ringraziato.
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