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Questo articolo è stato pubblicato il 26 marzo 2011 alle ore 18:25.

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L'Italia e l'e-business? Nel segno di apps mobili e social media (Corbis)L'Italia e l'e-business? Nel segno di apps mobili e social media (Corbis)

Ikea, Intesa Sanpaolo, Coca Cola, Mediaworld, Nokia, Dolce & Gabbana, Esselunga, Ducati: sono i nomi più noti (dei 12 selezionati per altrettante categorie merceologiche) fra i siti che hanno ricevuto il premio per la capacità di instaurare una relazione sul Web tra azienda e consumatore. La premiazione ha chiuso la presentazione, avvenuta due giorni fa a Milano, del Terzo Osservatorio Italiano sull'e-Business realizzato da eBit Innovation e Demoskopea, che ha fotografato la stato di adozione delle tecnologie web di nuova generazione da parte delle imprese e degli utenti della Rete . Sotto la lente di in gradimento sono finiti 1.000 consumatori con caratteristiche socio demografiche rappresentative dell'internauta italiano e oltre 420 top manager di aziende con un fatturato medio di circa 385 milioni di euro.

Al di là dei premi, l'Osservatorio riveste una certa importanza perché permette di capire meglio come stia cambiando il comportamento dei consumatori italiani nella scelta di un prodotto. Idem dicasi per l'atteggiamento delle imprese verso servizi e strumenti di e-business: nel 2010 il 69% degli intervistati aveva dichiarato una previsione di incremento di investimento dell'11%, quest'anno il 76% stima un incremento di budget di quasi il 24 per cento. Un salto in avanti notevole e dettato dal fatto che il management è mediamente più convinto degli impatti positivi sulla redditività aziendale riconducibili alle attività condotte in Rete. Per contro la carenza di interlocutori competenti, sia internamente che esternamente l'azienda, risulta oggi essere il principale ostacolo alla maggiore diffusione. Dal lato dell'utenza, le diverse tipologie di community on line, social network ovviamente compresi, sono sempre di più una fonte cui fare riferimento per maturare la decisione di acquisto (il cosiddetto info-commerce). Lo studio conferma in proposito come la quasi totalità (il 98%) degli utenti raccoglie informazioni sui prodotti o confronta i prezzi sul web e un terzo (il 32%) lo fa addirittura quotidianamente, il 67% effettua almeno un acquisto in Rete al mese mentre il 31% svolge attività quotidiane sui social network.

La riprova di una tendenza ormai consolidata arriva anche dai seguenti dati. Un'azienda su quattro di quelle oggetto di indagine sviluppa applicazioni per i dispositivi mobili e ben il 43% assicura di avere una propria pagina su Facebook, con il 27% di navigatori che conferma in tal senso di visitare mediamente una volta ogni tre giorni la pagina del tal marchio per cercare informazioni commerciali. E proprio in fatto di uso di strumenti 2.0 è stato anche assegnato un riconoscimento per la miglior pagina "Social", che ha visto primeggiare Nutella (Ferrero) davanti a Max Factor (Deborah Group) e Ikea. Le aziende, dice ancora l'Osservatorio, effettuano un completo restyling del sito ogni 3,5 anni, aggiornano i contenuti con una frequenza media settimanale e offrono spazi crescenti a informazioni su prezzi, sconti e promozioni, soddisfacendo i bisogni del consumatore. In seno a questi ultimi, in tal senso, cresce - ed è arrivata al 41% (dal 35% del 2010) - la percentuale di chi considera blog, forum e community come i canali più affidabili mentre i siti istituzionali sono ritenuti il mezzo più affidabile solo dal 30% degli utenti. Sui social media, le aziende allocano circa il 5% del budget di marketing mentre più della metà (il 58%) sviluppa azioni di fidelizzazione considerando anche la creazione di gruppi di discussione o la pubblicità su Facebook e simili.

La cura delle relazioni con i clienti trova riscontro anche in un altro dato, quello che vede l'utilizzo di sistemi di Crm nel 71% delle aziende interessate dallo studio. Identica percentuale riguarda la diffusione di servizi di web marketing mentre si registrano attività di social media marketing e su mobile rispettivamente nel 58% e nel 35% dei casi. Internet è quindi sempre più mezzo di comunicazione e interazione ma anche canale per gestire transazioni commerciali, prova ne siano il 46% di aziende che operano sul fronte dell'e-commerce (con un'incidenza dell'11% sul totale dei ricavi totali) e il 39% che gestisce on line acquisti di tipo b2b (business to business). In termini pubblicitari, il display advertising, con il 74% di penetrazione, è ancora la scelta prioritaria seguita dai servizi di Google per l'ottimizzazione del sito per i motori di ricerca (al 70%) e l'acquisto di parole chiave (al 72%) e molto gettonati sono anche i video caricati su Youtube (fenomeno che interessa il 63% del campione aziendale). Infine il mobile. A collegarsi a Internet da smartphone e altri device, con una maggiore propensione ad acquistare on line rispetto agli utenti che si collegano da postazioni fisse, è il 41% del campione consumer mentre è del 27% la percentuale di aziende che ha già sviluppato un'applicazione mobile. Apple, manco a dirsi, è l'ambiente più curato, seguito da Windows, Android e Symbian.

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