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Questo articolo è stato pubblicato il 29 marzo 2011 alle ore 08:24.

È subito scontro tra l'Abi e i sindacati per il prossimo rinnovo del contratto dei bancari. La definizione della piattaforma con una richiesta di aumento di 204 euro per la figura media ha ricevuto un netto rifiuto dal capo della delegazione sindacale Abi Francesco Micheli: «impensabili, non proponibili e non correlati al momento storico», ha detto nel corso di una tavola rotonda promossa dalla Fabi con alcuni dei segretari generali di categoria (Radiocor)
Aumento del 7,1% a circa 204 euro per il terzo livello. Nei lavori sulla piattaforma per il rinnovo del contratto dei bancari – che sarà varata nel corso degli esecutivi del 7 aprile – i sindacati vanno verso la richiesta di un incremento calcolato tenendo conto di due elementi. Il primo è il recupero del differenziale sul biennio precedente, il 2009-2010: il conguaglio tra l'inflazione effettiva e quella che è stata riconosciuta nell'ultimo contratto è pari all'1,6% circa, secondo il calcolo dei sindacati.
Il secondo è la previsione dell'inflazione reale attesa per il triennio 2011 2013 ossia il periodo di vigenza del contratto che è pari al 5,5%: in particolare circa il 2% per il 2011 che «tenendo conto dell'abbrivio dell'inflazione è un valore decisamente prudenziale», spiega una fonte sindacale, e il resto per il successivo biennio. Sommando 1,6% e 5,5% si arriva a un aumento del 7,1%. Una percentuale che però non tiene conto di quel punto cosiddetto "ulteriore" che rappresenta il recupero della produttività.
Dopo la firma dell'accordo interconfederale del luglio del 2009 che ha creato una spaccatura tra chi ha firmato, Cisl e Uil, e chi invece non ha firmato, Cgil, è una regia non facile quella della piattaforma per il rinnovo di questo contratto dei bancari che interessa 330mila lavoratori. Ma al di là delle posizioni politiche c'è un interesse molto forte, soprattutto degli autonomi della Fabi di Lando Sileoni, a mantenere il tavolo unito e a portare a casa il rinnovo. Una posizione che sta facendo presa sugli altri sindacati e che ha portato al superamento di nominalismi relativi all'indice dell'aumento: affermare che è stato calcolato in base all'Ipca avrebbe messo in difficoltà la Fisac Cgil che non ha firmato l'accordo del 2009. il contrario avrebbe però messo in difficoltà la Fiba e la Uilca.
Giuseppe Gallo, segretario generale della Fiba, spiega che questo aumento è «il puro e semplice adeguamento dei salari all'inflazione secondo l'indicatore calcolato dall'Isae. Questa richiesta assegna al primo livello il recupero inflattivo e al secondo livello la redistribuzione dei guadagni di produttività». Massimo Masi della Uilca aggiunge che è un aumento che «utilizza criteri in linea con quelli usati dalle altre categorie per gli aumenti e poi aggiunge il recupero degli arretrati».
Agostino Megale della Fisac Cgil ribadisce che «è molto importante mantenere unitario il tavolo che in questi ultimi mesi ha visto il lavoro delle commissioni, con risultati che sono la sintesi vera della discussione e non la somma delle rivendicazioni di ogni organizzazione. Sul salario, in particolare, le sintesi sono chiaramente in grado di guardare alle dinamiche dell'inflazione reale rispettando tutti i punti di vista. C'è la consapevolezza che nel decennio che ci siamo lasciati alle spalle le retribuzioni sono cresciute leggermente: la poca crescita rispetto all'inflazione e la pesantezza del fisco fa si che il salario netto è quasi uguale a quello di dieci anni fa». Molte riflessioni che alla fine hanno portato la consapevolezza che difendere e recuperare il potere d'acquisto dei salari viene prima di qualsiasi formula o nominalismo. Ma anche «la consapevolezza che sono stati rinnovati unitariamente 55 contratti in un contesto in cui i fatturati dell'industria sono calati di più della redditività delle banche – osserva Megale – e che la banche italiane hanno reagito meglio alla crisi di quelle europee ed americane».
Il sentiment che nella controparte genererà una richiesta di aumento del 7% pari a circa 204 euro per il terzo livello potrebbe essere già chiaro oggi, alla tavola rotonda organizzata dalla Fabi a Roma a cui parteciperanno Francesco Micheli responsabile del Comitato affari sindacali e lavoro di Abi e i segretari generali Lando Maria Sileoni (Fabi), Giuseppe Gallo (Fiba Cisl), Agostino Megale (Fisac Cgil), Massimo Masi (Uilca), Marco Boltri (Dircredito), Fabio Verelli (Ugl credito) e Pietro Pisani (Sinfub).
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