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Questo articolo è stato pubblicato il 31 marzo 2011 alle ore 06:40.

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Salini alla conquista del NiloSalini alla conquista del Nilo

MILANO. Nuovo successo del made in Italy. Il gruppo Salini costruttori conquista in Etiopia il più importante contratto della sua storia e uno dei maggiori mai siglati dall'industria italiana all'estero: 3,35 miliardi di euro per la realizzazione di un mega impianto idroelettrico sul Nilo azzurro, circa 700 chilometri a nord ovest di Addis Abeba. A differenza di Copenhagen, dove Salini si è aggiudicata nel novembre scorso la commessa per la nuova metropolitana in consorzio con altre imprese, nel caso della grande diga sul Nilo azzurro, denominata Millennium, a Salini va il 100% dell'appalto. Il contratto tra la società italiana e l'ente elettrico etiope è stato annunciato, ieri, nel corso di una conferenza stampa ad Addis Abeba. La posa della prima pietra è prevista per sabato 2 aprile. I lavori saranno completati nell'arco dei prossimi sei anni.

La diga in Etiopia. «È la più grande commessa assegnata a un'impresa italiana di costruzioni» spiega al Sole 24 Ore l'amministratore delegato del gruppo, Pietro Salini. «L'ordine per la diga in Etiopia – prosegue l'imprenditore – è il coronamento di un grande sforzo sul piano tecnico e ingegneristico e conferma la leadership di Salini tra i player mondiali delle costruzioni irdoelettriche». A titolo di paragone: tra le grandi commesse assegnate in anni recenti il Ponte sullo Stretto di Messina (2005) fu appaltato per un valore di 3,88 miliardi di euro; l'intervento sul canale di Panama (2010) per 5,25 miliardi di dollari, pari a 3,75 miliardi di euro, è invece di competenza italiana per una quota del 40% circa. L'imprenditore romano sottolinea l'importanza del successo in Etiopia per l'immagine e la promozione del made in Italy nel mondo. «Questi impianti li vinciamo – spiega Salini – perché siamo competitivi sul piano delle idee. Il progetto per la maxidiga sul Nilo azzurro, al pari di molti altri che stiamo realizzando in giro per il mondo, è originato da noi, è un'invenzione del gruppo Salini sul piano tecnico e progettuale. Sono idee che contribuiscono all'evoluzione dell'intero settore delle costruzioni e dell'impiantistica».

Il Governo etiopico, tramite la Ethiopian Electric Power Corporation, è il committente del progetto idroelettrico Millennium, costituito da una centrale progettata per una potenza installata di 5.250 MW e per una produzione di 15mila GigaWH/anno. Le prime unità saranno in funzione già dal settembre 2014. L'impianto aumenterà la potenza idroelettrica disponibile in Etiopia fino a 10mila MW entro il 2017. «Si tratta – spiega Salini – di un impianto di potenza pari a quella di sei centrali nucleari di medie dimensioni, la cui produzione annua, riferita al prezzo di 5 centesimi di euro per KWh (prezzo applicato in Africa contro i 41 cents delle rinnovabili europee), ammonterà a 770 milioni/anno. Se l'energia fosse venduta in Europa il costo del mega impianto si ammortizzerebbe in un solo anno».

L'opera sarà realizzata secondo il metodo fast track implementation, messo a punto da Salini per la costruzione di grandi impianti idroelettrici chiavi in mano. Il metodo permette un drastico abbattimento dei tempi di realizzazione delle opere. L'impianto idroelettrico inizia così a generare benefici e introiti molto prima che tramite l'organizzazione tradizionale, con un più rapido ritorno dell'investimento economico.

I dati di bilancio. L'acqua e l'energia rappresentano uno dei grandi business di Salini (gli altri business sono i trasporti e l'edilizia civile e industriale): finora sono 20 le grandi dighe costruite dal gruppo italiano in quattro diversi continenti. Del resto, a fronte di un mercato nazionale caratterizzato dalla paralisi delle opere pubbliche, la necessità di rafforzare la presenza sui mercati emergenti euro-asiatici e africani è diventata una necessità primaria per Salini. Lo confermano i dati di bilancio del gruppo, che Il Sole 24 Ore è in grado di anticipare e dai quali emerge come la componente estera sui ricavi totali sia in costante progresso. Una crescita che potrebbe anche far pensare a una quotazione in Borsa in tempi brevi.

Nel 2010 il fatturato di Salini costruttori, pari a 1,05 miliardi di euro, è derivato per il 33% dal mercato italiano e per il restante 67% dall'estero. Nel 2011 il fatturato salirà a quota 1,45 miliardi (24% Italia, 76% estero), mentre nel 2012 i ricavi totali taglieranno il traguardo dei due miliardi di euro (19% Italia, 81% estero). Da notare anche la progressione dell'Ebitda: 138 milioni nel 2010, 230 quest'anno e 300 milioni nel 2012. Per quanto riguarda il portafoglio commesse, il valore complessivo ammonta attualmente a 14,6 miliardi (10 miliardi è il valore dei lavori da eseguire), di cui l'83% all'estero e solo un modesto 17% in Italia.
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