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Questo articolo è stato pubblicato il 07 aprile 2011 alle ore 11:56.

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I fondi solo alle Pmi «autoctone». Nella foto Andrea Gibelli con Roberto Formigoni (Fotogramma)I fondi solo alle Pmi «autoctone». Nella foto Andrea Gibelli con Roberto Formigoni (Fotogramma)

La Lombardia aiuta lo start up delle aziende, ma solo se gli imprenditori risiedono in regione da almeno cinque anni. È colorato di verde Lega il provvedimento licenziato ieri dalla giunta regionale lombarda che prevede 60 milioni di euro per il finanziamento dell'avvio di impresa, il coaching e la formazione, l'imprenditorialità e il lavoro femminile, le imprese a carattere innovativo. Durante la conferenza stampa di presentazione il vicepresidente Andrea Gibelli, leghista doc, seduto accanto al governatore Roberto Formigoni (Pdl) era chiaramente soddisfatto.

«Con questo provvedimento – ha affermato – si viene incontro alle esigenze e alle aspettative del mondo lombardo delle Pmi dentro al quadro più articolato dello small business act. Inoltre dà subito un aiuto concreto alle aziende lombarde, al di là dei proclami che ultimamente arrivano da più fronti». Il riferimento è all'ordine del giorno proposto dall'Udc Enrico Marcora e approvato a larga maggioranza martedì dall'aula che invita la giunta a modificare le regole europee sugli appalti per garantire una quota importante nella partecipazione degli appalti pubblici per le grandi opere collegate a Expo 2015.

Secondo Gibelli il provvedimento non è a rischio ricorso perché nello stabilire il limite dei cinque anni di residenza si è tenuto conto del quadro normativo esistente. Un'operazione che secondo Alessandro Alfieri, vicesegretario regionale del Pd e consigliere regionale è un autogol anche per la stessa Lega: «In questo modo si mette un limite all'immigrazione di qualità, come per esempio a quella degli ingegneri indiani».

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