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Questo articolo è stato pubblicato il 16 giugno 2011 alle ore 11:23.

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Troppo piccole per correre da sole. Così, per un distretto storico come quello di Budrio (Bologna), noto per le protesi medicali e fucina di talenti professionali, si apre la sfida dell'internazionalizzazione collettiva.
Parliamo di una ventina di aziende con un fatturato di 50 milioni di euro, aziende nate, in certi casi, dalla costola di realtà più grandi, come l'Istituto Rizzoli, ma sempre troppo piccole per dialogare con giganti come la Cina.

Che ha bisogno di know how italiano, ma queste aziende hanno deciso di procedere in formazione compatta seguendo un metodo che ha il sostegno di Unindustria Bologna, anche per tutelarsi ed essere più efficace. Prima del past president Maurizio Marchesini, sia di quello attuale, Alberto Vacchi, imprenditore che, con la sua Ima, la Cina la conosce bene.
C'è poi il coordinatore del progetto B.a.c.o, acronimo che sta per Building a common objective, Serse Soverini, il quale ha creato una rete (si veda l'articolo qui a fianco) che lavora insieme all'associazione delle aziende del settore, le Torri dell'acqua.

«Con 85 milioni di invalidi, una popolazione anziana del 12,5% pari a un sesto di quella del pianeta e risorse fresche finalmente messe sul piatto per coprire le voragini di un welfare inesistente, la Cina è un interlocutore importantissimo», dice Soverini. Invecchiano, i cinesi, e soprattutto pagano lo scotto dell'industrializzazione, dagli infortuni alla priprità data ad altri elementi, non certo alla salute.

A partire da oggi fino al giorno clou, lunedì prossimo 20 giungo, Bologna riceve una delegazione di associazioni cinesi del settore, dalla China rehabilitation devices association, alla China disabled persons'federation al responsabile cinese del Centro nazionale di riabilitazione. Faranno il giro per le aziende del distretto per arrivare alla conclusione: la firma di un protocollo operativo con il governo di Pechino con il quale si punta anche a tutelare i diritti di proprietà intellettuale delle aziende del distretto.

«Intendiamo anche spiegare loro come alcuni aspetti del nostro sistema sanitario possano rappresentare una grande opportunità in termini di modello per lo sviluppo del settore sanitario cinese. Infatti - incalza Serse Soverini - proprio nel settore ortopedico e protesico la qualità delle nostre istituzioni cliniche e delle politiche sanitarie della nostra regione sono a livello di un eccellenza su scala mondiale. Così cercheremo di tenere insieme qualità del sistema sanitario, delle imprese e anche della ricerca elementi che saranno le basi su cui sviluppare le future collaborazioni. Tutto questo sempre per poterci muovere in un ottica di sistema».

I grandi del distretto ci saranno tutti, da Moreno Marchesini della Rtm, a Giovanni Baldi dell'Istituto Rizzoli, ad Augusto cavina di Montecatone institute.

Puntualizza Violetta Corazza di Corazza group: «Gran bella cosa, perchè non è una strategia a breve, però abbiamo bisogno di vedere qualche progetto concreto per le aziende, andando più in là del proprio naso, ma inma questa cosa ci credo, anche se sono garantista per l'Italia. Voglio che si tuteli il nostro know how altrimenti non abbiamo capito niente». La sfida di Budrio oggi entra nel vivo.

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