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Questo articolo è stato pubblicato il 30 giugno 2011 alle ore 09:17.

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Gli pneumatici impiegati dalle scuderie del campionato del mondo di Formula 1 e quelli della MotoGp vengono realizzati grazie a sofisticate macchine utensili fabbricate in Italia. Sono impianti che lavorano e impastano le mescole di gomma che possono influire sulla pole position o sulla vittoria in gara.

E sono sempre altre macchine utensili made in Italy a produrre altre parti sempre utilizzate dalle scuderie del Circus (si veda altro articolo in pagina). Dalle aziende italiane del settore escono anche complessi impianti in grado di fornire lavorazioni particolari, come lo stampaggio di pale da elicottero o scafi di barche a vela. L'ambito sportivo è solo un esempio delle possibili applicazioni del comparto rappresentato da Assocomaplast, associazione che raggruppa 170 aziende concentrate in Lombardia, Veneto, Piemonte, Emilia-Romagna e Toscana. Un settore che rimane dietro le quinte, come nel caso di Formula 1, motociclismo e vela, ma che rappresenta un'Italia manifatturiera in grado di imporsi sui mercati mondiali a dispetto delle inefficienze del sistema Paese.

Nel 2010 il comparto ha registrato un valore della produzione di 3,6 miliardi (+9% sul 2009), con una quota dell'export del 56 per cento. Il presidente di Assocomaplast Giorgio Colombo (44 anni, titolare della lombarda Icma San Giorgio) pone l'accento sull'interscambio: «È storicamente positivo e nel 2010 è stato superiore a 1,4 miliardi. Prima della crisi, tra il 2007 e il 2008, il giro d'affari era intorno ai 4 miliardi e il saldo superava i 2». Nel 2009 il settore ha subìto un calo del 20% e nel 2010 è cominciata la risalita: «Nei primi tre mesi 2011 l'export è cresciuto del 24%, a 500 milioni. Se non colmeremo il gap per intero proseguirà il recupero importante».

Che il vento sia favorevole lo si percepisce direttamente sul campo. Alla Comerio Ercole, nel Varesotto, si lavora a pieno ritmo: «È una dato che vale per noi e per tutta la metalmeccanica in provincia di Varese» dice il titolare Riccardo Comerio.

L'azienda varesotta vanta partner commerciali del livello di Pirelli, Michelin, Continental, Bridgestone e Goodyear. Alla Comerio la crisi è già superata: «Nel 2010 abbiamo fatturato 55 milioni (+15%), il 5% in più rispetto al 2008. Per quest'anno ci aspettiamo un altro incremento del 10-15%». Merito soprattutto dell'export «che rappresenta oltre il 90% dei ricavi – conferma Comerio – concentrati sempre sulle aree più dinamiche».

Colombo conferma le dinamiche macroeconomiche: «Nel 2010 la Germania (+10%) è stato il principale mercato di sbocco, la Cina è salita del 55% e il Centro-Sud America ha sopperito al calo di altri mercati. Nei primi tre mesi 2011 spiccano India (+133%) e Brasile (+103%) che traina tutta l'area». L'associazione porta avanti iniziative con l'Ice per «facilitare gli sbocchi, soprattutto in Russia e in India – dice Colombo – dove è stata attivata una piattaforma per l'assistenza alle aziende». Certo, restano delle criticità, come spiega il presidente: il peso ancora elevato dell'Europa nel panorama dell'export, il costo delle materie prime (che pesano, però, più sui clienti che non sulle associate ad Assocomaplast), dell'energia, del lavoro.

Le macchine per la lavorazione di gomma e plastica si stanno specializzando sui nuovi settori: il green-tech per il risparmio energetico, il riciclo dei materiali (dove il comparto è leader al mondo), le energie alternative, le plastiche biodegradabili.

Denominatore comune per le aziende del settore, come sottolinea Comerio, sono «gli investimenti per l'ottimizzazione dei processi produttivi, che riguardano tutte le nostre aziende della meccanica strumentale, con alto contenuto tecnologico. Forniamo soluzioni, non solo macchine, per favorire la competitività».

carloandrea.finotto@ilsole24ore.com

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