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Questo articolo è stato pubblicato il 09 giugno 2011 alle ore 10:51.
«Siamo riusciti ad ottenere dalla Commissione europea dazi anti-subsidy per il 12%. Questi, sommati all'8% dei dazi anti-dumping, mettono finalmente la carta fine di produzione cinese fuori mercato». Paolo Mattei, presidente di Cepifine, racconta con soddisfazione il risultato ottenuto anche grazie all'intervento della organizzazione da lui presieduta, la Confederation of European Fine Paper Industries, che è riuscita a fermare l'ingresso della carta patinata sottile da stampa nei paesi dell'Unione, salvando un'industria altrimenti in forte pericolo.
Mattei racconta brevemente come si è svolta la vicenda: «I cinesi hanno iniziato a vendere la propria carta fine in Europa con prezzi inferiori anche del 30% rispetto a quelli reali di mercato. Inoltre, durante la crisi del 2009, il mercato si è contratto anche del 25%. Per conseguenza, la presenza cinese è di fatto raddoppiata. A questo punto – spiega Mattei – come Cepifine, grazie anche all'aiuto di uno studio legale internazionale specializzato e insieme a grandi gruppi del settore (Lecta, Burgo, Sappi, Scheugelen) abbiamo iniziato a raccogliere le "evidences" del dumping esercitato dal governo cinese per facilitare l'export della loro carta fine. Il tutto è costato anni di lavoro improbo e molto analitico, ma alla fine ha fruttato».
Cepifine ha quindi fatto da "apripista", sollecitando l'attenzione delle istituzioni europee su un tema che potrebbe anche essere utilizzato da altri settori industriali: «Abbiamo ricevuto diversi complimenti – sottolinea infatti Mattei – e penso che a breve ci sarà la fila in Commissione per illustrare altri casi del genere. Di fatto, il problema è che in Cina le regole non vengono rispettate: dal costo del lavoro bassissimo alle norme anti-inquinamento. I dazi sono l'unica regola che viene capita».
I provvedimenti della Commissione europea danno quindi respiro a un comparto che è stato molto colpito dalla recente crisi. Nel settore della carta fine, le importazioni dalla Cina tra il 2006 e la fine del 2009 sono triplicate in termine di volumi, con una riduzione dei prezzi che negli anni presi in esame ha raggiunto l'8%. La produzione europea è scesa tra il 2006 e la fine del 2009 del 20% (-770 mila tonnellate). Il nostro Paese è il terzo produttore europeo dietro a Germania e Finlandia, con una quota che si aggira intorno al 20-25% e con un fatturato complessivo che nel 2010 ha superato i 2 miliardi di euro (oltre il 30% del fatturato dell'intero settore cartario). In Italia il calo della produzione nel l periodo preso in esame è stato di oltre 200mila tonnellate, con le tre imprese che realizzano la tipologia di carta in questione che impiegano 2.400 lavoratori, pari all'11,7% del totale del settore cartario nazionale.
Anche il settore cartario nel suo insieme ha subito un pesante ridimensionamento in conseguenza dell'ultima crisi, con un calo del fatturato di circa 1,7 miliardi di euro tra il 2007 e il 2009. Nel corso del 2010 tuttavia c'è stato un parziale recupero: la produzione ha infatti sfiorato i 9 milioni di tonnellate (contro gli oltre 10 milioni che si ebbero nel 2007), mentre le dinamiche dei prezzi in rialzo, peraltro non uniformi a seconda delle diverse tipologie produttive, hanno posizionato il fatturato poco oltre i 6,8 miliardi di euro, con un recupero del 14% rispetto al valore registrato nel 2009.
franco.sarcina@ilsole24ore.com
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