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Questo articolo è stato pubblicato il 05 maggio 2011 alle ore 09:55.

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Una ricercatrice del Gruppo Menarini che nel campus di Pomezia ha dislocato la Menarini ricerche, per lo sviluppo del farmaco fino alla registrazione, e la Menarini Biotec che si dedica alla parte produttivaUna ricercatrice del Gruppo Menarini che nel campus di Pomezia ha dislocato la Menarini ricerche, per lo sviluppo del farmaco fino alla registrazione, e la Menarini Biotec che si dedica alla parte produttiva

Segnali positivi nel settore farmaceutico. Le buone notizie arrivano dal polo laziale, situato nella zona di Latina-Pomezia, che l'anno scorso ha fatto registrare un +34,5% nel campo dell'export. Un polo secondo in Italia solo a quello di Milano, dove fermento e sviluppo sembrano essere le parole d'ordine. I segnali di ripresa, del resto, accomunano sia le grandi multinazionali presenti nell'area, sia le aziende più piccole, pronte a puntare sulla ricerca e a fare rete.

A partire dal Gruppo Menarini, che nel campus di Pomezia ha dislocato la Menarini ricerche, che si occupa di tutto il processo di sviluppo del farmaco fino alla registrazione, e la Menarini Biotec che invece si dedica alla parte produttiva. Sulla sede laziale il gruppo ha previsto importanti investimenti, come spiega Carlo Alberto Maggi, direttore ricerca e sviluppo: «Negli ultimi 3 anni abbiamo investito su Pomezia circa 5 milioni di euro per l'implementazione di nuovi impianti produttivi e sulla sicurezza dei lavoratori e dell'ambiente».

Un investimento quasi necessario, se si pensa che a Pomezia sono impiegati circa 300 degli oltre 700 addetti alla ricerca e sviluppo dell'intera azienda. Inoltre «per il 2011 abbiamo un ulteriore investimento già approvato di circa 3 milioni di euro», conclude Maggi. Il tutto mantenendo intatta la forza lavoro.

Anche la multinazionale Janssen-Cilag Spa, parte del gruppo Johnson & Johnson, ha previsto grossi investimenti sulla sede di Latina, che saranno annunciati la prossima settimana. Ma per investire e sviluppare nuovi progetti c'è bisogno di una regolamentazione più puntuale del settore, come afferma Massimo Scaccabarozzi, amministratore delegato: «Il farmaceutico, storicamente, è un settore trainante su questo territorio. Negli ultimi anni abbiamo tuttavia assistito a una contrazione degli investimenti nell'area. Affinché le aziende farmaceutiche tornino a investire, per garantire i livelli di esportazione e per ridare slancio all'andamento occupazionale, è necessario poter contare su un contesto di regole certe che diano maggior garanzia di stabilità e che consentano di poter realizzare una pianificazione a medio- lungo termine».

Un vero e proprio punto di riferimento nella zona è rappresentato, invece, dalla sede italiana di Abbott, azienda leader a livello mondiale per la produzione di un farmaco contro l'Aids. La cittadella che sorge a Campoverde di Aprilia accoglie la maggior parte dei duemila occupati in Italia, con un investimento medio annuale in ricerca di oltre 4 milioni di euro.

E se le grandi aziende trainano il polo laziale, le imprese di dimensioni più piccole non restano indietro. «Un gruppo come il nostro – spiega Emilio Stefanelli, amministratore unico della Ibn Savio-Athena –, che è di medie dimensioni e occupa 300 persone, può avere una grande importanza nel medio e nel lungo periodo, perché ritengo che la prima fase della ricerca, ovvero quella non clinica, in futuro sarà proprio appannaggio di imprese come la nostra». Tanti progetti in cantiere anche per il gruppo Ibi-Lorenzini: «Oggi più che mai bisogna mettersi in rete, mettendo a disposizione il proprio know-how – afferma Camilla Khevenhüller Borghese, presidente e a.d. –. E questo è maggiormente vero nei momenti di crisi, dove non si possono perdere né le risorse economiche, né quelle di know-how. Per questo abbiamo costruito insieme a un partner di minoranza un nuovo sistema per servire gli ospedali a livello europeo senza bisogno di intermediari».

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