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Questo articolo è stato pubblicato il 19 maggio 2011 alle ore 10:50.

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Condividere le informazioni per migliorare i processi produttivi di filiera senza che le singole aziende perdano la loro autonomia. È probabilmente questo l'aspetto distintivo del progetto Elios, portato avanti da quattro aziende che fanno parte del distretto lombardo Energy Cluster, sotto il coordinamento di Euroimpresa (agenzia di sviluppo territoriale).

«Lo sviluppo di un sistema a rete – afferma il professor Giacomo Buonanno, preside della facoltà di Ingegneria della Liuc che con il laboratorio Lab#id ha contribuito all'iniziativa – è l'elemento più particolare di questo progetto: diverse aziende collaborano tra loro e mettono in comune le informazioni per migliorare i processi a livello di filiera». Altrettanto importante, però, è l'indipendenza che viene garantita ai soggetti coinvolti. «Non c'è integrazione tra le imprese – continua Buonanno – ma interoperabilità. Ogni azienda resta libera di muoversi sul mercato portando avanti i suoi punti di forza. Una scelta motivata dal fatto che quando si cerca di far fare a tutti la stessa cosa si uccide la competitività del singolo».

Dal punto di vista pratico, il progetto Elios prevede l'applicazione di un dispositivo rfid ai materiali in lavorazione nelle singole aziende e il caricamento delle relative informazioni su una piattaforma web. In questo modo tutti i soggetti hanno visibilità dello stato delle lavorazioni, possono coordinare e integrare i propri processi di business con quelli dei clienti e dei fornitori. In una parola, tracciabilità in tempo reale delle lavorazioni in corso. Se verrà superata con successo questa prima fase, l'iniziativa è destinata a essere estesa ad altre realtà del cluster che raccoglie oltre cento imprese.

«La nostra ambizione – afferma Alberto Ribolla, presidente di Energy cluster – è di replicare l'esperienza. Speriamo di coinvolgere il maggior numero di aziende (sono un centinaio quelle che fanno capo al cluster), soprattutto quelle medio piccole che da sole non possono investire per la creazione di un progetto come questo che è costato diverse centinaia di migliaia di euro, in parte finanziato con un bando di Regione Lombardia. Ora che la piattaforma è stata creata, la si può modificare sulla base di nuove esigenze». In prospettiva, però, non è escluso nemmeno che l'esperienza possa essere esportata a realtà locali di altri settori: «Già diverse imprese – conferma Buonanno – sono interessate all'iniziativa».

Il progetto pilota è stato sposato da un'azienda di grandi dimensioni, la Pensotti, che fa parte del gruppo Sices, e altre tre più piccole: Donelli, Ecm, Bama. Realtà già predisposte culturalmente a rafforzare la collaborazione con altre imprese diventando partner a livello strategico e non solo commerciale. «Quando si capisce che la collaborazione è strategica – sottolinea Buonanno – che ha valenza per la sopravvivenza sul mercato e consente di aumentare il valore aggiunto di ciascun soggetto coinvolto, allora scatta la collaborazione».

«Collaborando in modo paritetico con fornitori e clienti – afferma Luca Donelli, responsabile del progetto per la Donelli Alexo, azienda con 20 addetti e due impianti produttivi specializzata nella sabbiatura e verniciatura – è possibile comprendere al meglio le caratteristiche di ogni parte della catena del valore nell'ottica di un miglioramento complessivo. Inoltre la piattaforma ci consente di avere visibilità sulla durata di ciascuna fase della lavorazione con la prospettiva di confrontare l'efficienza dei diversi stabilimenti. Riteniamo anche che avrà effetti positivi sulla responsabilizzazione degli addetti perché la tracciabilità consentirà di risalire a tutti i passaggi della lavorazione».

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