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Questo articolo è stato pubblicato il 07 aprile 2011 alle ore 11:44.

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Meccanica e hi-tech, l'indotto di Melfi si mette in reteMeccanica e hi-tech, l'indotto di Melfi si mette in rete

L'indotto dello stabilimento Fiat di Melfi si mette in rete. Le imprese della filiera automotive in Basilicata hanno deciso di sottoscrivere un contratto di rete che viene presentato oggi a Potenza. «Il progetto ReteAutoSudItalia è stato già illustrato nei giorni scorsi alle aziende del settore metalmeccanico – ha spiegato il presidente di Confindustria Basilicata, Pasquale Carrano – e con l'evento di oggi che lo ufficializza sarà allargato agli altri settori, dall'elettronica alla logistica».

Si tratta in tutto di cinquanta imprese di fornitura che danno occupazione a più di 3.800 persone e nel 2009 hanno fatturato 1,15 miliardi di euro. Con i 5.300 addetti dello stabilimento Fiat di Melfi si superano abbondantemente i 9mila occupati nel settore automotive della regione.

La proposta, lanciata dalla Confindustria regionale e sostenuta da RetImpresa, dalla Camera di commercio di Potenza e dal consorzio Autocomponentistica Mezzogiorno, secondo Carrano «è la risposta del territorio al progetto "Fabbrica Italia"» presentato quasi un anno fa dall'ad di Fiat, Sergio Marchionne. «Con questo modello di interazione le piccole aziende partecipano alla sfida dell'impresa capofiliera, la Fiat, che ne beneficierà ottenendo servizi migliori a prezzi più bassi».

Le stime indicano per Melfi una produzione di 450mila vetture all'anno a partire dal 2014, contro le 250mila del 2010 che rappresentano comunque il 31,6% dell'intera produzione automotive nazionale. Se lo sguardo si allarga a Pomigliano, che da Melfi dista non più di 250 km, bisogna considerare altre 260mila vetture a partire dal 2013 contro le 25mila dello scorso anno. Proprio per questo motivo il progetto di rete d'impresa sarà esteso alla Campania tramite la Confindustria regionale, con l'obiettivo di creare una realtà unica. «Per aprile stiamo già programmando nell'area di Pomigliano un evento simile a quello di oggi» ha confermato Carrano.

Ma l'obiettivo di ReteAutoSudItalia non è solo quello di creare un contesto favorevole ai piani di crescita di Fiat in Italia e soprattutto nel Mezzogiorno. La sfida che attende il settore, afferma uno studio dell'associazione industriali, è «reggere la pressione competitiva globale e aggredire i mercati fuori porta». La scommessa è che nel prossimo decennio il mercato mondiale dell'auto cresca di «due o tre volte» rispetto agli 800 milioni di veicoli leggeri oggi circolanti, grazie alla spinta dei paesi emergenti.

«La rete automotive in Basilicata – ha detto Aldo Bonomi, vicepresidente di Confindustria e presidente di RetImpresa, al quale sono affidate le conclusioni del convegno di oggi – aumenta le possibilità delle piccole imprese di diventare fornitori di Fiat e di fare filiera, acquistando più forza e più capacità. In prospettiva, con questo strumento la piccola industria può emanciparsi dall'unico committente, grazie anche al confronto con imprese di altre aree geografiche, superando la contrapposizione Nord-Sud».

Al contratto di rete si aggiungerà un "Patto di Sistema" per coinvolgere i soggetti istituzionali presenti sul territorio (governi locali, università, centri di ricerca, banche e associazioni d'impresa). L'obiettivo è definire un contratto di programma tra i territori e le imprese della Rete per armonizzare l'uso dei fondi comunitari e regionali con gli interventi per rafforzare la filiera produttiva.

«L'automotive – ha concluso Bonomi – è uno dei comparti chiave del nostro paese per numero di imprese e addetti. La crisi che ha colpito il manifatturiero si è fatta sentire in modo particolare sulla filiera dell'auto e oggi per competere in questo mercato, ancora in forte espansione, bisogna essere grandi player e armonizzarsi con le regole di una sfida globale».

LE DIMENSIONI
1,15 miliardi
Il fatturato
Il progetto ReteAutoSudItalia coinvolge una cinquantina di imprese che dà lavoro a 3.800 dipendenti per un fatturato che nel 2009 è stato di 1,15 miliardi. Aggiungendo lo stabilimento Fiat di Melfi gli occupati salgono a 9mila

31,6%
Il peso dell'area

La produzione di auto nel 2010 in Basilicata è stata di 250mila vetture, pari a circa un terzo dell'automotive italiano. Le prospettive parlano di 450mila veicoli da produrre ogni anno a partire dal 2014. I margini di crescita per il settore sono quindi notevoli

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