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Questo articolo è stato pubblicato il 07 aprile 2011 alle ore 19:02.

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È vicino alla firma il contratto di programma tra Sea ed Enac che consentirà alla società che gestisce gli scali di Linate e di Malpensa di avere gli aumenti tariffari necessari a sostenere il piano industriale e la quotazione in Borsa della società, programmata in ottobre. Ma ancora ci sono ancora punti interrogativi importanti sui quali Vito Riggio, presidente di Enac che ha depositato in Parlamento una relazione su questi temi, ha investito i ministeri per le Infrastrutture e per l'Economia.

Definito il piano degli aumenti tariffari
Il piano degli aumenti tariffari - pagati dalle compagnie aeree ma in buona parte poi girati sui passeggeri - è ormai definito: gli adeguamenti prevedono che le tariffe relative ai diritti di imbarco per lo scalo di Malpensa aumentino più del 100% il primo anno, passando 6,72 euro a passeggero a 14,44 euro nel 2011, per poi salire gradualmente ogni anno e arrivare a 15,58 euro nel 2015. Per Linate l'impatto dell'aumento sarebbe meno forte e pari a un +43% il primo anno: si passa da 5,83 euro per il diritto di imbarco attuali a 8,37 euro a passaggero nel 2011 per arrivare a 9,2 euro nel 2015.

Inseriti negli aumenti trattamento bagagli e sistemi informativi
L'aspetto singolare degli aumenti sui diritti di imbarco è che questa voce include anche i costi per il trattamento dei bagagli e dei sistemi informativi, che finora veniva pagato dalla compagnie aeree di tasca propria allo scalo. Con le nuove tariffe le compagnie potranno scaricare anche questa voce sui passeggeri.

Meno consistenti gli incrementi per diritti di approdo e partenza
Meno forti, ma comunque consistenti, anche gli incrementi per i diritti di approdo e partenza; ma per questi ultimi i costi sono destinati ad aumentare nel momento in cui verrà realizzata la terza pista di Malpensa. Il contratto concordato tra Sea ed Enac, pur prevedendo periodi regolatori della durata di 10 anni, si concentra su aumenti tariffari e investimenti dei primi 5 anni. In questo primo periodo sono previsti investimenti per 90 milioni su Linate, soprattutto per la manutenzione, e 598 milioni su Malpensa, tra i quali rientra anche la realizzazione della terza pista. Ed è proprio su questa opera che è sorto uno degli aspetti critici sui quali va ancora trovata una mediazione. Riggio si rende conto dell'impatto negativo che potrebbe avere su vettori e passeggeri la previsione di aumenti tariffari oltre il 100% a Malpensa: nella relazione si spiega infatti che - «per una più graduale distribuzione degli incrementi tariffari si sta verificando la possibilità di meglio calibrare l'impatto della terza pista, che verosimilmente verrà a realizzazione oltre il 2015». Il secondo aspetto sul quale Enac ha chiamato in causa i ministeri competenti riguarda gli investimenti che dovrebbero essere remunerati con le nuove tariffe, nelle quali, in base ai piani di Sea, finirebbero anche le opere già finanziate con soldi pubblici. Da chiarire «per la stesura finale del contratto - spiega la relazione - il criterio di identificazione della leva finanziaria (debito/capitale proprio) che, per Sea, ricomprende nel capitale proprio anche i contributi pubblici».

Gli scali attendono dal 2000 l'approvazione dei contratti di programma
Va ricordato, comunque, che gli scali italiani attendono dal 2000 l'approvazione dei contratti di programma e con essi l'adeguamento delle tariffe rimaste ferme per 10 anni, seppure il traffico aereo sia aumentato. In base a un'elaborazione Iccsai del 2010, rispetto a una media europea di livelli tariffari europei pari a 100, gli scali italiani, tra cui anche Aeroporti di Roma, sono attorno a 70.

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