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Questo articolo è stato pubblicato il 09 aprile 2011 alle ore 08:15.

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BRESCIA
L'obiettivo è quello di provare a dare nuovo slancio a un comparto che ha pesantemente subìto le ripercussioni della crisi globale e che ancora stenta a intercettare la generalizzata ripresa registrata a partire dai primi mesi dell'anno a livello internazionale.
Si apre oggi a Brescia Exa, la fiera delle armi sportive, da caccia e per la difesa personale, che quest'anno festeggia il suo trentesimo compleanno. Un anniversario carico di aspettative, ma anche di timori, per un comparto che, con 4.500 addetti diretti, il 70% della produzione europea e una forte vocazione all'esportazione (circa l'80% del fatturato), ha storicamente il suo baricentro proprio fra le montagne che fanno da sfondo alla città lombarda.
«Nel corso del 2010 - spiega Nicola Perrotti, uomo Beretta e presidente dell'Associazione nazionale dei produttori di armi e munizioni - le vendite di armi italiane hanno subìto un calo che si aggira fra il 5 e il 10% rispetto al 2009, mentre quelle delle munizioni hanno toccato addirittura un -20 per cento. Dai primi dati sul 2011 - prosegue - ci aspettiamo un andamento simile, almeno fino all'apertura della stagione venatoria il prossimo autunno».
A destare maggiori preoccupazioni, fra gli armaioli bresciani, è lo stallo della domanda statunitense, responsabile da sola del 45% dell'export complessivo. Quando c'è poca liquidità, la spesa in beni voluttuari è infatti la prima a risentirne. Accade dunque che i tempi di sostituzione degli arsenali pubblici nonché delle dotazioni venatorie e sportive personali subiscano un sensibile allungamento. «In calo le vendite di armi corte, sia per la difesa personale che per l'ordine pubblico, stabile quello dei fucili da caccia e da tiro. Puntiamo molto sui mercati emergenti, in primis la Russia, dove - conclude Perrotti - con l'aumentare delle possibilità economiche è salita la richiesta di manifatture di pregio».
Con 45mila visitatori attesi e 284 espositori, l'edizione di Exa che prenderà avvio oggi nei padiglioni di Brixia Expo (per poi proseguire fino al prossimo martedì 12 aprile) assume quindi tutte le valenze di una sfida: tornare a essere la vetrina della capacità dei bresciani di produrre armi belle, sicure e all'avanguardia sia nelle prestazioni che nei materiali. «La fiera rappresenta il fiore all'occhiello di un settore - ha spiegato durante la presentazione alla stampa dell'evento Francesco Bettoni, presidente della Camera di commercio cittadina - che pur nelle difficoltà ha resistito alla crisi, salvaguardando i posti di lavoro».
Beretta coi sui marchi Benelli, Franchi e Uberti. Bernardelli, Breda, Cosmi, Fabarm, Zoli e Tanfoglio. E poi gli stranieri di Browing, Smith & Wesson e Winchester. Presenze di peso che testimoniano, nonostante una globale contrazione del mercato, la fiducia dei produttori in una futura ripresa che prenda avvio proprio da quei paesi asiatici che sembrano dimostrare una tonicità per il momento solo anelata in Europa e negli Usa.
Ripresa in parte confermata anche dagli ultimi dati disponibili del banco di Prova, secondo cui le armi testate nel corso dei due primi mesi dell'anno (e dunque in via di commercializzazione proprio in queste settimane), hanno registrato una crescita del sei per cento. Poca cosa, ma abbastanza per tenere in vita la speranza.
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IL COMPARTO ARMIERO E LA FIERA

45mila
I visitatori
Per la trentesima edizione di Exa sono attesi dai 40 ai 45mila visitatori
284
Gli espositori
Negli oltre 10mila metri quadrati espositivi, il numero di espositori è cresciuto rispetto all'ultima edizione, quando hanno raggiunto quota 271
4.500
Gli addetti
Il comparto delle armi leggere, oltre a occupare 4.500 addetti diretti è responsabile di un indotto che sfiora le 45mila unità
80%
L'export
Le aziende armiere, per il 90% concentrate in provincia di Brescia, sono fortemente export oriented. Il 45% delle esportazioni finisce negli Usa
-10%
Il 2010
La crisi globale si è fatta sentire anche a Brescia. Le aziende armiere, pur in difficoltà, hanno mantenuto invariata l'occupazione

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