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Questo articolo è stato pubblicato il 11 aprile 2011 alle ore 15:10.
Per di più, affinché i Dsp diventino una vera moneta mondiale, il Fmi dovrebbe essere autorizzato ad emetterne di più in caso di crisi, come ha fatto la Federal Reserve americana fornendo alle banche centrali estere 120 miliardi di dollari sottoforma di fondi di emergenza a seguito del collasso di Lehman Brothers. In altri parole, al Fmi dovrebbero essere conferiti i poteri di una banca centrale globale. È improbabile che Ron Paul, il presidente libertario del Comitato bancario del Senato americano, in dubbio persino sulla necessità di una banca centrale americana, sia d’accordo.
Ciò che alla fine sostituirà l’odierno sistema finanziario e monetario internazionale, incentrato sul dollaro, sarà invece un modello tripolare organizzato attorno al dollaro, all’euro e allo yuan. Malgrado le lamentele e le lacrime versate dall’Europa sul suo futuro, l’euro non sta andando da nessuna parte. La Cina, dal canto suo, si sta attivando energicamente al fine di internazionalizzare la propria moneta e sta facendo rapidi passi avanti.
Alla fine a trarne beneficio sarà il mondo. L’esistenza di alternative al dollaro implica che gli emittenti di valute utilizzate a livello internazionale avvertiranno, con un certo anticipo e in modo più consistente, la disciplina di mercato. Quando gli Usa mostreranno nuovamente segni di cedimento all’eccesso finanziario, non riceveranno fondi esteri con la stessa generosità con cui sono stati erogati in passato. Dopotutto, le banche centrali che intendono accumulare riserve di valuta estera avranno delle alternative all’acquisizione di dollari, e gli stranieri non forniranno all’America la corda con la quale impiccarsi.
Il risultato sarà un mondo finanziario più sicuro. In fin dei conti, la principale causa della crisi finanziaria del 2007-2009 è stata la pericolosa incompatibilità tra la nostra economia mondiale multipolare e il sistema monetario e finanziario ancora dominato dal dollaro.
La buona notizia è che tutto ciò cambierà nel prossimo decennio, riportando gli accordi monetari internazionali in linea con le realtà economiche. La cattiva notizia è che dieci anni sono tanti. Se la storia recente ci insegna qualcosa, la salvezza potrebbe arrivare solo dopo tre crisi.
Barry Eichengreen è professore di economia e scienze politiche all’Università di Berkeley in California, e autore di Exorbitant Privilege: The Rise and Fall of the Dollar and the Future of the International Monetary System.
Copyright: Project Syndicate, 2011.www.project-syndicate.orgPodcast di questo articolo in inglese:Traduzione di Simona Polverino
©RIPRODUZIONE RISERVATA
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