Storia dell'articolo

Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 12 aprile 2011 alle ore 12:31.

My24
Giappone, fabbriche ancora ferme. Stop agli Lcd di Sharp (Reuters)Giappone, fabbriche ancora ferme. Stop agli Lcd di Sharp (Reuters)

Le nuovi forti scosse della scorsa settimana, di magnitudo 7.1, hanno imposto ulteriori fermi di produzione a diverse aziende, ma come ampiamente previsto è la carenza di energia, e nella fattispecie il gas, a intralciare la ripresa a pieno regime dell'industria tecnologica giapponese. Il caso più evidente riguarda, da ieri l'altro, Sharp. Il più grande produttore di schermi a cristalli liquidi del Giappone ha confermato di aver sospeso fino ai primi giorni di maggio le attività di due delle sue più grandi fabbriche di pannelli Lcd (site nelle prefetture di Osaka e Mie) a causa della carenza di gas, fonte primaria di alimentazione degli impianti. Un fermo, stando agli analisti di JPMorgan Chase & Co. di Tokyo, che potrebbe significare mancati ricavi per 50 miliardi di yen (circa 600 milioni di dollari) e un buco di 15 miliardi di yen alla voce profitti operativi in questo esercizio fiscale. Stando a fonti vicine alla società, le scorte di televisori a magazzino sono ancora discrete (si parla di circa un mese di stock) ma l'incognita del fermo macchina relativo agli schermi Lcd – le due unità a pieno ritmo vantano una capacità produttiva complessiva di oltre 170mila pannelli al mese - è tale da preoccupare i vertici della compagnia di Osaka.

Da Sony, invece, una delle aziende più segnate dal terremoto e dallo tsunami di un mese fa, è giunta comunicazione che una delle due fabbriche della prefettura di Miyagi rimasta colpita dal sisma del 7 aprile è tornata parzialmente in attività mentre la seconda (quella di Nakata) è al momento ancora chiusa per problemi inerenti la mancanza di corrente elettrica. Nella lista delle aziende interessate dagli ultimi avvenimenti tellurici sono entrate di nuovo le varie Canon, Nikon, Fujitsu, NTT DoCoMo e KDDI (queste ultime sono rispettivamente il primo e il terzo operatore di telefonia mobile del Giappone) e, stando a una stima elaborata nelle scorse ore dal governo di Tokyo, l'ammontare dei danni complessivi causati dal terremoto dall'11 marzo a oggi sono saliti a 25 trilioni di yen, oltre 290 miliardi di dollari, pari allo 0,5% del Pil giapponese.

Il problema che assilla moltissime delle compagnie tecnologiche del Paese è come detto l'assenza di continuità nella fornitura di energia elettrica e ci sono due dati, resi noti dalla compagnia Tokyo Electric e da Goldman Sachs, che illustrano chiaramente la dimensione del problema. Lo shortage stimato per questa estate è di 8.500 megawatt al giorno, al cospetto di un picco di domanda che nella stagione calda arriva a 55mila megawatt, mentre il buco provocato dal disastro dell'11 marzo è pari all'11% della capacità produttiva di energia elettrica del Giappone. Un impatto enorme, che si è ripercosso anche sull'industria dell'auto, con perdite di produttività che nel caso di Honda sono arrivate a un totale di 58mila vetture nell'arco degli ultimi 30 giorni. Con l'aggravante di una situazione di stallo – non ci sono certezze sulle date della ripresa delle attività a pieno regime – che rischia di continuare ancora per due o tre mesi.

Commenta la notizia

Shopping24

Dai nostri archivi