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Questo articolo è stato pubblicato il 14 aprile 2011 alle ore 16:14.
La crescita dell'economia cinese ha continuato a marciare forte nei primi tre mesi del 2011, con il Pil che è cresciuto del 2,1% rispetto al trimestre precedente (+2,4%) e del 9,7% rispetto alla corrispondente frazione del 2010 (+11,9%). L'inflazione è salita però al 5,4% in marzo, toccando il suo massimo livello dal 2008. Lo confermano i dati ufficiali diffusi oggi dall'Ufficio nazionale di statistica (Nbs).
Per tutto il primo trimestre dell'anno in corso, l'aumento dei prezzi al consumo è stato del 5%, nonostante una serie di misure di inasprimento monetario adottate dal Governo, che teme che l'inflazione possa portare a tensioni sociali. La crescita dell'economia è rimasta invece sostanzialmente allo stesso livello del trimestre precedente, quando aveva raggiunto il 9,8%, mezzo punto percentuale in meno rispetto al 10,3% messo a segno nel 2010 che aveva consentito alla Cina di scavalcare il Giappone e di diventare la seconda economia del mondo dietro agli Stati Uniti. Nel primo trimestre, la produzione industriale e' aumentata del 14,4% e gli investimenti fissi del 25%, ha ancora riferito il National Bureau of Statistics (Nbs).
Il premier Wen Jiabao ha ribadito che il governo è impegnato a frenare l'ascesa dei prezzi - legata soprattutto a materie prime e petrolio - e che per questo motivo manterrà la stretta monetaria e bancaria. Il livello dei prezzi preoccupa talmente tanto le autorità cinesi, che dallo scorso ottobre la banca centrale di Pechino ha alzato per quattro volte il tasso d'interesse e - secondo le previsioni di Fang Jianping, capo economista del dipartimento di previsioni economiche presso il Centro d'informazione dello Stato - e dovrebbe farlo altre due volte nel corso del secondo trimestre di quest'anno.
Riserve valutarie marzo oltre i 3mila miliardi di dollari
La forza dell'economia cinese si evince anche dal continuo aumento delle riserve in valuta pregiata che alla fine di marzo hanno superato i 3mila miliardi di dollari facendo registrare un aumento del 24,4% rispetto ai livelli dell'anno scorso. L' enorme accumulazione di riserve riflette lo squilibrio nei rapporti commerciali col resto del mondo, visto che le esportazioni cinesi continuano ad essere fortemente competitive nonostante le lamentele dei suoi partner. Nel 2010 l'attivo della bilancia commerciale della Cina ha toccato i 183 miliardi di dollari, un livello solo leggermente inferiore a quello registrato l'anno precedente.
A breve primo consumatori mondiale di energia
Un'ulteriore dimostrazione della potenza del colosso asiatico è data dal consumo di energia. Secondo quanto riferisce il China Daily, la Cina potrebbe diventare presto il primo consumatore al mondo, superando anche gli Stati Uniti: «Non ci sono ancora statistiche ufficiali definitive - ha dichiarato Ding Zhimin, vice direttore generale del dipartimento dell'Amministrazione Nazionale per l'Energia - e al momento noi siamo ancora secondi, ma presto diventeremo il primo paese». La Commissione Nazionale di Statistica lo scorso mese di febbraio ha reso noti alcuni dati preliminari che hanno evidenziato come il consumo nazionale di energia in totale sia stato equivalente nel 2010 a 3,25 miliardi di tonnellate di carbone. Ding ha anche detto che la Cina è il primo paese al mondo nell'output di energia, con una produzione equivalente a 2,99 miliardi di tonnellate di carbone nel 2010. La Cina ha programmato di modificare i suoi obiettivi in materia di energia nei prossimi cinque anni. Raccogiendo la sfida di molti paesi sviluppati, il Paese si è impegnato a migliorare la propria posizione in tema di energie verdi e rinnovabili. Il paese si è inoltre già detto disponibile a ridurre le emissioni di anidride carbonica del 40-45% entro il 2020.
Nel 2010 quasi un milione di paperoni
Che sia sempre più difficile considerare la Cina alla stregua di un paese emergente lo dimostrano anche le statistiche sui nuovi ricchi. Secondo il rapporto dell'Istituto Hurun (un gruppo editoriale cinese e di ricerca e analisi) - equivalente cinese della classifica Forbes - nel Paese ci sarebbero 960mila persone con un patrimonio superiore a 10 milioni di yuan (1,1 milioni di euro) e 600 con più di 100 milioni (11 milioni di euro). A guidare la lista è Pechino - con 170mila milionari - seguita da Shangi - con 157milioni - e dalla Provincia del Guangdong - con 132mila.
Quanto ai miliardari (in valuta cinese), Hurun ne registra 1.741 ma avverte subito che questi sono quelli "ufficiali" e che il numero vero si avvicina a 4mila.
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