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Questo articolo è stato pubblicato il 21 aprile 2011 alle ore 08:41.

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Novara getta la rete oltreoceanoNovara getta la rete oltreoceano

«Prima abbiamo individuato un partner a Civita Castellana per le ceramiche, poi altre due aziende specializzate in arredo bagno. Noi ci abbiamo messo i rubinetti, e d'ora in avanti in America ci muoveremo insieme: uffici e magazzino ad Atlanta, show room a New York, Los Angeles, San Francisco». Oltreoceano la domanda è in ripresa, ma con il cambio ormai stabilmente al di sopra di 1,4 dollari per un euro i benefici rischiano di essere impercettibili; è così che la rubinetteria La Torre di Invorio, nel Novarese, ha deciso di agire sulla leva dei costi, e in particolare sulla struttura distributiva: «Con l'euro così forte non c'era più spazio per un intermediario – racconta il presidente, Massimo Latorraca –. Per questo abbiamo deciso di occuparci direttamente della commercializzazione del prodotto, che effettuiamo con aziende italiane a noi complementari». Puntando a due obiettivi: «Risparmiare sulla logistica e sul marketing, ma anche ampliare il nostro mercato offrendo non solo i rubinetti ma tutto quel che occorre per un bagno "chiavi in mano"».
Quella che arriva dalla rubinetteria La Torre, 10 milioni di fatturato di cui il 70% all'estero, è una delle storie di ordinaria efficienza che si raccontano qui nell'alto Piemonte, e in particolare a San Maurizio d'Opaglio, capitale di un distretto che tra Novarese, Valsesia e Verbano fattura oltre un miliardo e mezzo e rappresenta il più grande polo al mondo per la lavorazione dell'ottone. A San Maurizio, 3mila abitanti e 4.500 lavoratori sparsi su 140 aziende, la crisi ha picchiato duro e si è presa anche un pezzo del 2010. Ora gli indicatori sono tornati a migliorare e ci si affida per lo più all'export, sperando che il +8,4% dell'anno scorso trovi conferma nel 2011. «Siamo ancora in una fase altalenante, ma il trend è in crescita», osservava qualche giorno fa il presidente dell'Associazione industriali, Fabio Ravanelli presentando le previsioni sul secondo trimestre, che in particolare sugli ordini in arrivo dall'estero vede gli ottimisti prevalere di 11,5 punti sui pessimisti. Come a dire che si dovrebbe andare oltre gli 840 milioni di esportazioni dell'anno scorso, anche se «vediamo che il mercato non si è ancora stabilizzato», riporta Corrado Giacomini, ad dell'omonima azienda, che con i suoi 180 milioni di fatturato è uno dei giganti di San Maurizio. «Nel 2010 abbiamo visto crescere i ricavi del 10%, quest'anno speravamo di veder confermato il trend di crescita ma non è così scontato», spiega Giacomini. Che racconta una situazione schizofrenica, «con gennaio vivace, febbraio e marzo di nuovo bassi e aprile in risalita. In condizioni come queste ci vorrà del tempo per tornare ai livelli 2007».

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