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Questo articolo è stato pubblicato il 21 aprile 2011 alle ore 08:32.

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Il papà faceva lo spasulì, pulitore di posate, «tutto il giorno a respirare polveri di metalli, forse il lavoro più usurante dopo quello del minatore» spiega Luigi Gnali.

Nel 1985 i fratelli Gnali hanno fondato l'azienda, diventata Gnali Bocia, specializzata nelle valvole per il gas. Milioni di uggelli e sistemi per il Gpl, con continue crescite di fatturato, zero debiti, utili sempre reinvestiti, fino allo scoppio della crisi: nel 2009 il giro d'affari è sceso del 13%, a 15,6 milioni, «siamo riusciti a non fare neanche un giorno di cassa integrazione – spiega Gnali, presidente dell'azienda – anche se abbiamo avuto il trauma di dover lavorare con ordini per 3-4 settimane, mentre prima eravamo abituati a un carnet di 5-6 mesi».

Nel 2010 l'azienda è tornata a crescere in maniera decisa: 19,1 milioni, grazie al 70% della produzione venduta all'estero. Il 2011? «Eravamo partiti bene, ma gli sconvolgimenti nei paesi del Nord Africa, dove utilizzano molti impianti Gpl, ci sta penalizzando».

In azienda lavorano, tra gli 88 dipendenti, 13 familiari, tra figli e nipoti: «Abbiamo già fatto la successione generazionale, ho ceduto le quote perché loro devono imparare a gestire direttamente in azienda. Io sono sempre qui, ma non ho più incarichi precisi. Controllo» spiega Luigi Gnali.

La figlia Katy segue il progetto di diversificazione nel biomedicale: «Un giorno ci è stato chiesto un uggello particolare per macchinari professionali destinati alla cura dell'intestino. Da lì è nata l'idea di creare un modello portatile per l'idrocolonterapia, messo a punto con un gruppo di medici. Ora abbiamo tutte le certificazioni sanitarie necessarie per partire con questo nuovo business nel campo del benessere. E i primi risultati ci stanno dando ragione».

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