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Questo articolo è stato pubblicato il 26 aprile 2011 alle ore 06:41.
Sono passati già sei anni da quando la Wto (World Tourism Organization) ha adottato una risoluzione sul turismo accessibile. Il documento del 2005 doveva servire da spunto per tutti gli stati membri delle Nazioni unite affinché adottassero regolamenti ad hoc per eliminare più barriere possibili e permettere a tutti, indipendentemente dalle disabilità, di concedersi e godersi una vacanza.
In Italia, in particolare, l'adeguamento alla risoluzione della Wto resta affidato alla buona volontà di singoli alberghi, ristoratori, strutture ricettive, e non esiste alcuna "certificazione" ufficiale. Il censimento delle varie accessibilità viene fatto da associazioni e da alcuni blog. Matteo Marzotto, presidente dell'Enit, vorrebbe finalmente sbloccare questa situazione. «Stiamo perdendo una grande occasione, in tutti i sensi – spiega –. Il nostro è un Paese a fortissima vocazione turistica ed è naturalmente una delle possibili mete per gli oltre 65 milioni di europei, 4 dei quali solo in Italia, con disabilità. Non dobbiamo pensare solo a disabilità legate alla mobilità, ma anche a quelle mentali e a quelle meno evidenti,ma assai diffuse, come le allergie alimentari e sensoriali, che possono essere fortemente limitanti nel viaggiare. Le persone disabili inoltre viaggiano spesso in compagnia di amici o parenti, tecnicamente, se li consideriamo turisti, applichiamo un "moltiplicatore" pari a 2,8. È evidente che si tratta di una grande opportunità economica per le strutture ricettive del nostro Paese. Ma è anche una battaglia di civiltà, che per uno stato che vuole definirsi davvero moderno dovrebbe essere un obbligo morale, prima che economico». L'Enit ha subìto, per via della crisi economica e dei necessari vincoli alla spesa pubblica, una forte riduzione del budget (i trasferimenti sono stati ridotti da 45 a 33 milioni nel 2009).
«Ci sono meno soldi, dobbiamo spenderli bene, utilizzando al meglio la struttura che abbiamo – aggiunge Marzotto –. Una cosa che potremmo fare, e con relativa facilità, vista la mole di dati che l'Enit ha accumulato negli anni, è porci come "stimolatore" della filiera del turismo accessibile. Non solo comunicando "dove-come-quando e a quanto", ma proponendo al sistema turistico nel suo complesso (enti locali e imprenditoria privata) un progetto che possa evidenziare la qualità e la capacità ricettiva adeguata alle varie esigenze dei turisti con disabilità. L'obiettivo è arrivare a una nuova, moderna, cultura dell'ospitalità».
Di questi temi si è parlato a Vicenza, in occasione della fiera Gitando.all, l'unica manifestazione italiana dedicata al turismo accessibile, che si è svolta dal 24 al 27 marzo. «L'Enit ha dato il patrocinio all'iniziativa, ha allestito uno stand e selezionato oltre 50 buyer stranieri ai quali illustrare l'offerta italiana di turismo accessibile. Ma è solo un primo passo – conclude Marzotto –. Ora abbiamo bisogno dell'aiuto di tutti» .
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