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Questo articolo è stato pubblicato il 29 aprile 2011 alle ore 19:51.

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La disoccupazione spagnola ha segnato ancora un passo in avanti. Nel primo trimestre il tasso dei senza lavoro è infatti salito al 21,29% (+1% rispetto al trimestre precedente), toccando il livello più alto dal 1997 e rafforzando il "primato" della Spagna a livello continentale. In valori assoluti il numero di disoccupati sta sfiorando la soglia simbolica dei 5 milioni: secondo le rilevazione dell'istituto di statistica (Ine), si contano infatti 4 milioni 910 mila disoccupati.

Il ministro del Lavoro, Valeriano Gomez, aveva anticipato giovedì di attendersi "un dato negativo sui di posti di lavoro". La disoccupazione rimane la macchia nera dell'economia spagnola, con un tasso due volte superiore alla media dell'Unione europea e dei paesi Ocse. I dati di oggi mettono in rilievo quanto sia stato devastante in Spagna l'effetto combinato della crisi finanziaria globale e del contestuale crollo del mercato immobiliare interno, che per anni aveva invece sostenuto economie a lavoro: appena poco più di tre anni fa, nel secondo trimestre del 2007 la disoccupazione in Spagna aveva segnato un minimo storico del 7,95 per cento. Madrid ha recentemente rivisto al rialzo le sue previsioni per il 2011 a un tasso del 19,8% della forza lavoro contro il 19,3% previsto in precedenza

Zapatero varia il piano antisommerso
Per correre ai ripari il governo del premier socialista Josè Luis Zapatero ha varato un piano per fare emergere il lavoro sommerso. Il piano approvato dal consiglio dei ministri di Madrid prevede un periodo di tre mesi perla regolarizzazione volontaria, senza sanzioni, del lavoro nero. Scaduto questo periodo verranno applicate sanzioni più pesanti nei confronti di imprese e lavoratori. Per chi lavorerà pur ricevendo un sussidio di disoccupazione scatterà una multa minima di 10mila euro, invece degli attuali 6251. Gli imprenditori che faranno emergere il lavoro sommerso entro il 31 luglio dovranno pagare i contributi solo a partire dal primo gennaio, ha inoltre indicato il ministro del lavoro Valeriano Gomez. Secondo i dati diffusi oggi dall'Istituto nazionale statistiche il numero dei disoccupati nel paese sfiora ormai la sbarra simbolica dei 5 milioni (4,91 milioni), che il governo ha più volte escluso possa essere raggiunta. Quattro anni fa, al primo trimestre del 2007, la disoccupazione in Spagna era al 7,95%, il livello più basso negli ultimi 15 anni. Stando a uno studio pubblicato in marzo dalla Fondazione delle Casse di risparmio spagnole (Funcas), il sommerso in Spagna rappresenta il 17% del Pil e circa 4 milioni di posti di lavoro.

Inflazione al top dal 2008
A preoccupare il governo Zapatero è anche l'andamento dei prezzi al consumo. Nel mese di aprile l'inflazione è infatti tornata a salire, portandosi al 3,5% annuo (dal 3,3% di marzo. L'istituto di statistica non dettaglia la composizione di questi dati provvisori del mese di aprile, calcolati su base armonizzata con la Ue, ma ha detto in un comunicato che "i prezzi sono risultati più elevati per i viaggi organizzati, gli alimentari e le bevande analcoliche". Il dato finale per l'inflazione di aprile sarà pubblicato dall'Ine il 12 maggio. L'inflazione spagnola non aveva mai raggiunto un tale livello dalla crisi del 2008, quando segnò una crescita del 3,6% in ottobre. All'inizio di quest'anno Zapatero ha riconosciuto che l'accelerazione dell'inflazione é "preoccupante", ma che poteva "ragionevolmente aspettarsi" un declino nel prossimi mesi, grazie a un possibile calo dei prezzi del petrolio. Tuttavia, il prezzo del petrolio ha continuato ad aumentare nelle ultime settimane a causa delle proteste nel mondo arabo e della riduzione della produzione libica. La Banca di Spagna ha recentemente alzato l'outlook sull'inflazione, dicendo che sarà pari al 2,9% nel 2011, contro l'1,7% che si attendeva prima.

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