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Questo articolo è stato pubblicato il 30 aprile 2011 alle ore 08:15.

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POTENZA
Parte dalla Basilicata la spinta del Governo verso la valorizzazione delle risorse energetiche nazionali di petrolio e gas per ottimizzare gli approvvigionamenti del Paese. Una scelta imposta dagli «eventi drammatici che stanno interessando i Paesi del Nord Africa», ha ribadito il sottosegretario allo Sviluppo economico, Stefano Saglia, intervenendo ieri a Potenza, per la firma del memorandum di intesa Stato-Regione Basilicata per accelerare e raddoppiare le estrazioni petrolifere di Eni e Total.
Così ora c'è un accordo di intenti, per un impegno economico del Governo valutato in oltre due miliardi di euro, da reperire facendo ricorso a tutte le forme possibili di finanziamento, per favorire in Basilicata «lo sviluppo delle imprese, la connessione infrastrutturale, il turismo e la formazione dei giovani». Entro luglio, Governo e Regione si sono impegnate a sottoscrivere un piano di sviluppo con scadenze e impegni finanziari certi.
«L'Italia, per la sua posizione geografica – ha detto Saglia – può e deve giocare un ruolo importante di hub nei collegamenti energetici con la sponda Sud del Mediterraneo e con la Turchia e l'area del Caspio, anche al fine di dare un contributo alla stabilizzazione dell'area mediterranea». Obiettivo del Governo, attraverso il Piano nazionale per il Sud, ha aggiunto il sottosegretario Guido Viceconte, che ha firmato l'atto per il Miur, «è quello di trasformare il Mezzogiorno in una piattaforma di sviluppo sostenibile e di logistica che valorizzi la sua posizione strategica tra Europa e Mediterraneo, sulla rotta commerciale per l'Asia». E in questo scenario «la Basilicata rappresenta il cuore del sistema dell'energia per il Mezzogiorno e per l'intero Paese».
Numeri interessanti quelli della piccola regione del Sud, soprattutto alla luce della vicenda Libia (primo fornitore di greggio dell'Italia che si è vista costretta in pochi giorni a dover dirottare l'import da altri Paesi). Oggi il giacimento dell'Eni della Val d'Agri, il più grande d'Europa su terraferma, porta all'Italia oltre l'80% della produzione nazionale di greggio, coprendo circa il 6%, del fabbisogno energetico nazionale. In Basilicata, infatti, oggi vengono estratti circa 80mila barili al giorno, ai quali se ne potranno aggiungere fino a 100mila. Il potenziamento del giacimento dell'Eni in Val d'Agri, infatti, porterà a una produzione fino a 125 mila barili al giorno e con l'avvio dal 2015 della Total a Tempa Rossa, ne arriveranno altri 50mila. Cioè 175mila in totale. Ma occorre far ripartire subito gli investimenti. Gli errori del passato non possono essere ripetuti. Ritardi collegati ai meccanismi autorizzativi hanno già messo a rischio la produzione della Val d'Agri e svariate migliaia di barili di petrolio sono andati perduti per sempre.
«Stiamo tentando un percorso nuovo cercando di coinvolgere i territori fin dall'inizio dei procedimenti autorizzativi. Dopo la firma del memorandum – ha ribadito il direttore generale delle Risorse minerarie ed energetiche del ministero dello Sviluppo economico, Franco Terlizzese – si è subito riunito il tavolo tecnico che per la prima volta è stato aperto anche a Comuni e Province». Certo il rischio che un piccolo municipio possa bloccare tutto, c'è sempre: il caso Calvello e l'area picnic che bloccò per anni le estrazioni dell'Eni lo hanno dimostrato, ma è significativa oggi la grande convergenza trovata in Basilicata tra il Governo regionale e quello nazionale, tra centro-sinistra e centro-destra. «Uno straordinario banco di prova storico per tutti – ha detto il governatore lucano Vito De Filippo – abbiamo chiesto al Governo uno sforzo ancora più avanzato sui temi della sostenibilità e della salute. Il settore della ricerca può essere un punto di riferimento nel campo energetico per il Sud, l'Italia, e l'intero Bacino del Mediterraneo».
Bisogna, però, arrivare presto alla firma degli accordi Stato-Regione, a partire dalla rimodulazione dell'intesa con l'Eni. Ci sono due miliardi di euro che la compagnia petrolifera tiene fermi. Sono pronti a partire i lavori per l'ammodernamento del Centro Olio di Viggiano, il più grande d'Europa, per un restyling che garantirà maggiore sicurezza ed efficienza. Altri investimenti che si aggiungono a quelli della Total e di Geogastock per lo stoccaggio in Val Basento per un altro miliardo e mezzo. Effetti trasversali anche per le regioni limitrofe: l'aumento della produzione lucana porterà a una lavorazione maggiore di greggio nella raffineria di Taranto.
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La mappa dei giacimenti in Basilicata
80mila
Barili al giorno
Produzione attuale di petrolio dal giacimento dell'Eni in Val d'Agri. Dalla Basilicata si estrae oggi l'80% della produzione nazionale di greggio, pari al 6% del fabbisogno nazionale. A regime dalla Val D'agri verranno estratti 125mila barili di greggio al giorno, ai quali si aggiungeranno dal 2015 i 50mila barili dei pozzi della Total (Tempa Rossa)
3,5 miliardi
Gli investimenti
Valore complessivo dei progetti di sviluppo in Basilicata delle compagnie petrolifere Eni, Total e Geogastock
2 miliardi
L'impegno pubblico
Stima di massima sull'ammontare delle risorse che il Governo si è detto disposto a mettere in campo per favorire lo sviluppo del territorio in Basilicata con il finanziamento di iniziative diversificate in vari settori, al di fuori del comparto petrolifero

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