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Questo articolo è stato pubblicato il 05 maggio 2011 alle ore 19:28.

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«Un giudizio compiuto potrà venire solo nei prossimi giorni», ma nel decreto sviluppo approvato oggi dal consiglio dei ministri «ci sono tantissime cose che testimoniano uno sforzo da parte del governo di andare incontro alle esigenze delle imprese e della collettività». Così il direttore generale di Confindustria, Giampaolo Galli. «Tra le tante cose sono positive le norme - spiega Galli a margine della giornata della Previdenza a Milano - sulla semplificazione amministrativa, un processo iniziato da tempo che deve proseguire, che non deve fermarsi al decreto: tutte le amministrazioni ora vi devono dare seguito».

Facendo una prima analisi del decreto, il direttore generale di Confindustria aggiunge che ora «le imprese specializzate in appalti con la pubblica amministrazione, per esempio, non saranno tenute a consegnare ogni volta tutta la propria documentazione: in Francia hanno calcolato che questa consegna veniva effettuata circa 70 volte all'anno e la norma del decreto mi sembra simile a quella francese», che ha eliminato la ripetitività della consegna, introducendo un contenitore informatico unico cui accedono le diverse amministrazioni.

«Si eliminano anche le troppe norme sulla privacy tra le imprese - spiega Galli - e si introduce un credito d'imposta per la ricerca, anche se in questo caso manca una quantificazione delle risorse e quindi su questo capitolo il giudizio è sospeso. Vi sono anche norme positive sulla razionalizzazione dei controlli fiscali, burocratici e contributivi, così come vi sono norme che riguardano le banche sulle quali chiediamo all'Abi di riaprire il tavolo di confronto per capire come queste regole possono essere applicate senza provocare danni alle imprese».

Tra i punti importanti del decreto c'è anche quello che riguarda il credito di imposta per la ricerca: «Noi di Confindustria riteniamo che ricerca e innovazione siano cruciali e in questo punto - ha spiegato - manca la quantificazione delle risorse e per ora, dunque, il giudizio è sospeso». Per quanto riguarda infine il Mezzogiorno «c'è una misura che si chiama credito di imposta per l'occupazione e a nostro avviso bisognerebbe concentrare tutti gli sforzi sui benefici fiscali per chi investe nel Mezzogiorno».

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