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Questo articolo è stato pubblicato il 08 maggio 2011 alle ore 17:07.

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«Non vorrei che la Confindustria si stesse trasformando in una sorta di Cgil degli imprenditori, ovvero in una forza espressione di una oligarchia convinta oltretutto di essere l'unica detentrice della verità». Così il ministro per la semplificazione, Roberto Calderoli, conversando con l'Ansa, interviene sul discorso tenuto ieri da Emma Marcegaglia.

«Per carità - aggiunge il ministro leghista -, il Governo ascolta sempre con piacere i consigli del mondo imprenditoriale, ma mi è sembrato eccessivo il protagonismo sbandierato da Marcegaglia. Ad esempio gli imprenditori dove andrebbero mai senza operai e impiegati, senza i sacrifici fatti dai loro dipendenti e collaboratori in anni difficili? Insomma i 'faso tuto mi' al Paese servono davvero poco. Mentre serve il clima di collaborazione tra le parti sociali che il Governo promuovere ed è servito e serve l'impegno di quella piccola imprenditoria diffusa che sulle proprie spalle ha retto il peso della crisi». «Il rischio per Confindustria - conclude Calderoli - è di
diventare una sorta di Cgil dell'imprenditoria, in cui a dominare sono gli imprenditori che han rinunciato a fare impresa, facendo prevalere la rappresentanza associativa rispetto a chi in silenzio fa Pil e crea posti di lavoro, facendo l'imprenditore veramente».

«Ho trovato davvero fuori luogo - ha aggiunto Calderoli - l'applauso al dirigente della Thyssen visto che la sicurezza sul lavoro è un problema vero che interessa tutti i lavoratori e i cittadini. E poi ho trovato una certa arroganza professorale nell'intervento della leader di Confindustria, secondo uno stile, non rimpianto, che fu del suo predecessore Montezemolo, che quello stesso stile adesso vorrebbe portarlo in politica».

L'episodio legato alla Thyssen è stato criticato anche dai sindacati. «Gli applausi dell'assemblea degli industriali della Confindustria ad un imprenditore condannato per strage sono un inqualificabile atto di vergogna morale che si abbatte sulla Confindustria», ha commentato Giorgio Cremaschi, esponente della Fiom, che ha invitato gli industriali a «dissociarsi da questo atto e a condannarlo con tutta la durezza possibile.
Con chi applaude gli omicidi condannati non c'è nulla da discutere, nulla da dialogare». L'applauso «assolutamente fuori luogo» è stato stigmatizzato anche dal segretario confederale della Uil, Paolo Pirani, che
parla di «caduta si stile da parte della platea degli industriali».

La replica di Casini
«Sta veramente diventando insopportabile l'isterismo con cui da parte degli esponenti del Governo si reagisce a qualsiasi critica, anche la più educata e rispettosa». Così il leader dell'Udc, Pier Ferdinando Casini.
«Oggi è incorsa nel peccato di lesa maestà la presidente di Confindustria Emma Marcegaglia - sottolinea Casini - rea di aver fatto alcune rispettose riflessioni sulla necessità di dare maggior impulso alla crescita del Paese. Non riesco a capire per quanto tempo le espressioni della società civile sopporteranno questa arroganza e queste intimidazioni».

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