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Questo articolo è stato pubblicato il 13 maggio 2011 alle ore 07:55.

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Il Mezzogiorno è la vera priorità nazionale. Per questo occorre concentrare «tutto quello che possiamo in termini di risorse» al Sud, nella consapevolezza che siamo un paese duale «ma non possiamo diventare un paese diviso». Per il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, intervenuto a Caserta ad una manifestazione elettorale del Pdl, il controllo della futura Banca del Mezzogiorno dovrà essere «assolutamente locale». La banca avrà come missione principale quella di «fare piccolo credito per le imprese».

Poco prima, nel corso di una conferenza stampa a Reggio Calabria, Tremonti era tornato sul dualismo della nostra economia, in linea peraltro con quanto hanno sostenuto gli esperti del Fmi nel rapporto consegnato mercoledì scorso al governo. Due economie diverse, con il Nord e il Centro che reggono il confronto con le zone più sviluppate d'Europa, mentre il Sud presenta storicamente tassi di crescita nettamente al di sotto della media europea. Nel decreto sviluppo, che per Tremonti è ormai prossimo alla firma del Capo dello Stato, dopo i rilievi formulati su alcuni punti del provvedimento, si punta sul credito d'imposta al Sud ed è aperta la trattativa con Bruxelles per definire ambiti e criteri di forme aggiuntive di fiscalità di vantaggio.

«Come si evince da tutti i documenti internazionali e da quello del Fondo Monetario – osserva Tremonti – il Sud deve essere oggetto della nostra azione. Nel mondo, le regioni che stanno indietro si muovono più velocemente». «In Italia, in Europa la regione che sta più indietro, invece, si muove meno velocemente, con il paradosso che ha i soldi e non li spende perché i fondi europei sono fondi italiani che vanno a Bruxelles che poi li rimanda da noi». Il problema, annoso, è l'effettiva capacità di spesa dei fondi che affluiscono a vario titolo alle regioni del Sud: resta «tra le più basse d'Europa. Ci sono regioni un po' più avanti e altre scandalosamente indietro. Oggettivamente, ti fa pena vedere che sono soldi italiani che vengono parcheggiati in questi meccanismi per un po' di tempo, poi, quando non li spendi, vanno in un altro Paese d'Europa».

E allora, il vero problema non è tanto nella quantità degli stanziamenti e dei capitali che si mettono in moto, quanto nella «capacità amministrative. Succede che ricevi i soldi e non li spendi e invece di prendertene la responsabilità perché non li hai spesi, chiedi ancora dei capitali a loro volta destinati ad essere ancora parcheggiati e poi inviati in altri Paesi d'Europa». Di chi è la responsabilità? «Forse di tutti, di nessuno, però è ora di finirla».

Nel decreto sviluppo - ha spiegato il titolare dell'Economia - vi sono misure che puntano a sostenere l'economia del Sud. Si è discusso molto delle coste, ma in realtà il «punto principale è nella possibilità di far nascere, lungo tutte le nostre coste, i distretti turistico alberghieri, in zone a burocrazia zero». Tremonti rilancia lo sportello unico per le imprese, in cui sarà possibile concentrare tutte le pratiche burocratiche e amministrative per avviare una attività produttiva. Poi c'è un problema di classe dirigente: «Nel Mezzogiorno ho incontrato delle persone serie che ti chiedono, ma che dimostrano anche quello che hanno fatto e che vogliono fare». (D.Pes.)

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