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Questo articolo è stato pubblicato il 17 maggio 2011 alle ore 18:02.

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WASHINGTON– John Boehner, presidente della Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti, è a capo delle critiche mosse dal partito repubblicano contro la politica fiscale statale, sostenute da una richiesta di taglio alla spesa pubblica pari a trilioni di dollari in cambio dell’approvazione di un aumento del tetto del deficit del debito pubblico statunitense da parte del Congresso. Ponendo la questione in questi termini, Boehner potrebbe tuttavia arenarsi in un problema non indifferente finendo, rapidamente, per inimicarsi uno degli elettorati più importanti dei Repubblicani, ovvero il settore aziendale statunitense.

Focalizzandosi sul tetto del debito, Boehner ed i repubblicani si stanno creando da soli una trappola di natura politica. Infatti, se da un lato è vero che la capacità di contrarre prestiti da parte del Tesoro statunitense raggiungerà il limite legale autorizzato all’inizio di agosto, dall’altra parte è anche vero che a seguito delle accuse repubblicane nei confronti della politica legata al tetto del deficit e della minaccia di non appoggiare un suo eventuale aumento, il mercato delle obbligazioni non si è affatto scomposto, così come non si è verificato alcun impatto significativo sulle rendite.

Se la minaccia dei repubblicani fosse credibile, qualsiasi indicazione di un eventuale peggioramento della problematica legata al tetto del deficit, provocherebbe una riduzione dei prezzi delle obbligazioni del Tesoro ed un aumento delle rendite. Ciò non si è verificato in quanto gli obbligazionisti non credono realmente che i repubblicani possano essere capaci di portare avanti questa politica, o addirittura di volerlo fare.

Dopotutto, le conseguenze di un mancato aumento del tetto del debito sarebbero catastrofiche. Tutto il sistema creditizio statunitense, e in gran parte del resto del mondo, si basa sul principio che esistono beni senza rischio, ovvero i titoli di stato statunitensi. Sebbene non esista alcun provvedimento nella costituzione statunitense che garantisca il pagamento dei debiti da parte degli Stati Uniti, per più di 200 anni la Repubblica Federale degli Stati Uniti si è dimostrata il migliore gestore mai esistito del rischio di credito.

La risolutezza fiscale degli Stati Uniti è stata testata almeno cinque volte nel corso della storia: con l’indipendenza durante la guerra del 1812, durante e dopo la Guerra Civile e durante le due Guerre Mondiali. Si potrebbe discutere delle eventuali differenze di pressione fiscale in ciascun contesto e della diversità di trattamento dei vari obbligazionisti, ma alla resa dei conti, quando la situazione diventa difficile, gli Stati Uniti pagano sempre il proprio debito.

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