Arezzo / Stop alle biomasse nell'ex-zuccherificio

Stop alle biomasse nell'ex-zuccherificio

Il via libera da parte del governo regionale era atteso per i primi di maggio. Dopo un iter burocratico di cinque anni, la reindustrializzazione dell'ex zuccherificio Sadam di Castiglio Fiorentino, in provincia di Arezzo, sembrava finalmente arrivata ai nastri di partenza: un progetto che, in base al protocollo d'intesa firmato nel 2008 dal gruppo Maccaferri, proprietario del sito, prevede 100 milioni d'investimento e 450 posti di lavoro, con la riconversione della vecchia fabbrica in un moderno impianto a biomassa per la produzione d'energia elettrica e la realizzazione di un parco industriale. Ma il disco verde della Regione è stato rinviato a data da destinarsi, nonostante l'ok dell'amministrazione comunale e della Provincia d'Arezzo.

Il rinvio, secondo il sindacato, è servito ad accontentare alla vigilia della tornata elettorale la componente ambientalista della compagine governativa toscana (l'assessore all'Urbanistica Anna Marson, espressa dall'Idv, contraria al progetto). Tanto che il presidente Enrico Rossi, un politico pragmatico che ha dichiarato di voler affrontare con decisione il problema della disoccupazione (proverà a "recuperare" anche l'investimento Ikea in provincia di Pisa), s'è impegnato a sbloccare la situazione che, tra l'altro, vede ancora 49 lavoratori della ex Sadam in cassa integrazione.

«Il nostro progetto prevede di assegnare alle piccole e medie imprese locali circa 7,5 ettari di aree urbanizzate a prezzi agevolati, oltre a fornire energia elettrica a tariffe ridotte del 20% rispetto ai prezzi di mercato», aveva spiegato alla firma del protocollo d'intesa Gaetano Maccaferri, leader del gruppo bolognese. Insomma, se Rossi non dovesse riuscire a far ripartire l'iter autorizzativo, per il territorio sarebbe una sconfitta pesante. Soprattutto difficile da spiegare alla gente.

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