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Questo articolo è stato pubblicato il 25 maggio 2011 alle ore 07:46.

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Via libera della Camera alla fiducia sul decreto legge omnibus, nello stesso testo approvato dal Senato. Con 313 voti favorevoli e 291 contrari oltre a due astenuti, il Governo ha incassato un nuovo sì con una maggioranza allargata (22 voti di scarto), come ha sottolineato il capogruppo del Pdl a Montecitorio, Fabrizio Cicchitto. Mentre dall'opposizione è stato ribadito come il nuovo ricorso al voto di fiducia sia l'ennesima umiliazione del Parlamento e mostri in realtà le paure dell'Esecutivo nell'affrontare il confronto referendario di metà giugno, in particolare quello sul nucleare. Il Dl, che oggi sarà definitivamente licenziato dalla Camera, prevede infatti lo stop del programma nucleare di realizzazione delle centrali, andando ben oltre la stessa moratoria di un anno inizialmente voluta dal Governo. Previsti inoltre la possibilità per la Cdp di assumere partecipazioni in società considerate di rilevante interesse nazionale, il reintegro del Fus e il divieto di incroci proprietari tra televisioni e giornali.

Sul voto di fiducia va registrato anche il no dei due "finiani critici", Andrea Ronchi e Adolfo Urso, i quali hanno comunque seguito l'orientamento del gruppo Fli e hanno votato contro la fiducia chiesta dal Governo. Assenti al voto, tra i finiani, Divella, Moroni, Patarino e Ruben, mentre il gruppo dei responsabili si è presentato compatto all'appuntamento con la fiducia. Solo Silvano Moffa non ha preso parte al voto.
Sul nucleare, dunque, non si procederà più alla definizione e attuazione del programma per l'atomo made in Italy. Tra le norme abrogate dal Dl sono soppressi tutti i riferimenti all'individuazione, realizzazione ed esercizio degli impianti e delle centrali. Dopo il via libera definitivo e la firma del Capo dello Stato, sarà comunque la Cassazione a verificare se il referendum contro il nucleare potrà considerarsi definitivamente superato.

Per la cultura arriva un contributo di 236 milioni, di cui 149 milioni per Fus, 80 milioni per la manutenzione e la conservazione dei beni culturali, oltre a quelli già previsti in bilancio, e 7 milioni per interventi a favore di enti e istituzioni culturali. Per finanziare l'intervento non si ricorrerà più all'aumento dei biglietti del cinema, ma all'aumento dell'accisa sui carburanti.
Il Dl autorizza la Cassa depositi e prestiti ad assumere partecipazioni in società di rilevante interesse nazionale in termini di strategicità del settore di operatività, di livelli occupazionali, di entità di fatturato ovvero di ricadute per il sistema economico-produttivo del Paese. Viene prorogato, infine, al 31 dicembre 2012 il divieto di incroci proprietari tra tv e quotidiani con l'introduzione di una deroga al divieto se la partecipazione riguarda imprese editrici di quotidiani diffusi unicamente in modalità elettronica.
M. Mo.

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