Storia dell'articolo

Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 29 maggio 2011 alle ore 08:15.

My24


Era il 2002 quando la multinazionale chimica Solvay, insieme con Bp e Edison, presentò il progetto per realizzare a Rosignano Marittimo (Livorno) un impianto di rigassificazione con una capacità di quattro miliardi di metri cubi di Gnl. A quel tempo l'investimento era stimato in 500 milioni di euro, cifra che oggi è salita sopra i 700 milioni anche perché il progetto – su richiesta di Governo e Regione Toscana – a fine 2004 è stato modificato (spostandolo all'interno dell'area industriale Solvay, e aumentando la capacità a otto miliardi di metri cubi), superando la valutazione di impatto ambientale nazionale. Eppure il traguardo è ancora lontano: «La procedura di autorizzazione del progetto Rosignano, che dura da circa dieci anni, non si è ancora conclusa, nel bene o nel male», ha scandito ieri Michèle Huart, direttore dello stabilimento Solvay di Rosignano, inaugurando di fronte alle istituzioni locali e al ministro delle Infrastrutture, Altero Matteoli, "Fabbriche aperte", l'iniziativa organizzata da Federchimica per far conoscere al pubblico e ai giovani l'industria della chimica. Il rigassificatore di Rosignano, che sarebbe il secondo dell'area livornese dopo quello off-shore del consorzio Olt in fase di costruzione, negli ultimi mesi ha incassato la disponibilità della giunta regionale guidata da Enrico Rossi, ma non ancora il via libera. E la risposta non è l'unica che Solvay attende.
Huart ieri non si è fatta sfuggire l'occasione per sottolineare pubblicamente le ombre che - a quasi 100 anni dalla stipula da parte degli ingegneri mandati da Ernest Solvay del primo atto di acquisto dei terreni su cui è sorta la fabbrica di Rosignano - ancora frenano lo sviluppo dello stabilimento, uno dei motori dell'economia costiera toscana, con un giro d'affari salito a 283 milioni nel 2010 (+0,8%), 12 milioni di investimenti realizzati, 654 dipendenti diretti e circa 400 indiretti: «Abbiamo difficoltà infinite a far convivere le nostre infrastrutture con i nuovi lavori di ammodernamento dell'autostrada A12», ha sottolineato il direttore riferendosi alle tubazioni di acqua e salamoia che interferiscono con i cantieri dell'autostrada "Tirrenica", da 40 anni in attesa di essere completata nel tratto che va da Rosignano a Grosseto-Civitavecchia (per adesso è partito il primo lotto Rosignano-San Pietro in Palazzi). E ha inoltre puntato il dito sui piani strutturali «di alcuni Comuni, che al momento ci ingessano, più che consentire di svilupparci»: il riferimento è al regolamento urbanistico del Comune di Rosignano, che ha ridotto la destinazione industriale dei terreni che costeggiano lo stabilimento Solvay. Ma da risolvere resta anche il problema dell'approvvigionamento di risorse idriche in alta Val di Cecina, indispensabile per l'estrazione del salgemma, sul quale il direttore Huart ha invitato le istituzioni a lavorare. Un problema che è di «difficile soluzione» secondo la Provincia di Pisa, anche se l'assessore regionale allo Sviluppo economico, Gianfranco Simoncini, ha lasciato la porta aperta: «C'è un confronto aperto sulle acque con le istituzioni pisane - ha detto - e la nostra volontà è quella di favorire il rafforzamento dei siti produttivi sul territorio: la presenza della Solvay a Rosignano è importante per l'economia dell'intera regione». Un grazie alla Solvay è arrivato anche dal ministro Matteoli per «aver continuato ad assumere e a fare formazione, senza alcun ricorso alla cassa integrazione, anche in questa fase di crisi».
In ogni caso la fase di crisi, ha fatto intendere il direttore, non è stata indolore: «Il presente è meno luminoso del passato - ha chiarito - Stiamo attraversando una crisi senza precedenti, che ha lasciato il segno sulle nostre attività: la produzione del carbonato di sodio è sempre ridotta, e non vediamo una fine del tunnel anche se si affacciano segnali di ripresa, lenti e incerti, a darci una speranza».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
IL PROGETTO
I NUMERI
IN TOSCANA
In alto, una veduta aerea del polo produttivo Solvay nell'area di Rosignano. In rosso è stata evidenziata la parte dello stabilimento dove saranno inseriti i serbatoi in sostituzione di quelli esistenti. Più in generale il progetto prevede la realizzazione del rigassificatore (da 8 miliardi di metri cubi) all'interno del polo produttivo Solvay che si estende su un'area di 250 ettari. Per l'attracco delle navi gasiere è previsto l'allungamento per 400 metri dell'attuale pontile da 1.800 metri utlizzato per navi etileniere. Previsti 300 posti.
283 milioni
Giro d'affari nel 2010
A tanto ammontano i ricavi dello stabilimento di Rosignano
654
Dipendenti
Agli oltre 650 lavoratori diretti se ne aggiungono 400 indiretti
250
Ettari
L'area su cui si estende il polo di Solvay

Shopping24

Dai nostri archivi