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Questo articolo è stato pubblicato il 01 giugno 2011 alle ore 10:28.
Terzo anno consecutivo di utile per il bilancio Anas. L'esercizio 2010, approvato ieri dal cda, si è chiuso con un utile di oltre 28 milioni, 11 più dell'utile 2009. La capogruppo Anas Spa ha registrato un utile di oltre 10 milioni, raddoppiato rispetto all'esercizio precedente. «Il 2010 - ha detto il presidente Pietro Ciucci - è stato l'ultimo anno per il quale lo Stato ha stanziato un corrispettivo di servizio per le attività svolte da Anas di gestione ordinaria di oltre 25mila chilometri di strade statali e autostrade.
Dopo una progressiva diminuzione del corrispettivo di servizio, nel 2010 l'Anas con il decreto legge 78/2010 ha avuto la sostanziale consapevolezza di non dipendere più, nemmeno in misura marginale, dallo stanziamento fissato ogni anno dalla legge finanziaria».
La progressiva crescita degli introiti derivanti dal sovracanone incassato dai concessionari, insieme agli altri ricavi propri, consente ormai di considerare le attività di esercizio sostanzialmente coperte da questi ricavi. Almeno sotto il profilo economico-finanziario gestionale, l'autonomia di Anas è ormai raggiunta.
«Si può affermare - ha assicurato Pietro Ciucci - che l'esercizio della rete stradale può essere ora programmato con ragionevole anticipo, all'interno di una logica imprenditoriale di equilibrio strutturale tra costi e ricavi gestionali». Questo consentirà di rivedere la posizione della società all'interno della pubblica amministrazione, per consentire ad Anas un'operatività economico-finanziaria «più consona con il suo effettivo status».
Una prospettiva di sostanziale autonomia economico-finanziaria non si può, invece, sostenere per le attività di investimento per nuove opere e manutenzioni straordinarie, per le quali non è stato ancora individuato un meccanismo che consenta ad Anas di disporre di risorse ragionevolmente certe e programmabili.
Sotto questo profilo, anche la prossima introduzione del pedaggio sulle autostrade e sui raccordi autostradali gestiti direttamente dall'Anas non lascia prevedere, al momento, la creazione di nuove fonti finanziarie da dedicare a investimenti sulla rete stradale di interesse nazionale. Non senza una certa sorpresa, la bozza di decreto attuativo disposta dal Tesoro prevede infatti che gli introiti derivanti dall'applicazione del pedaggio su parte della rete aziendale vadano a ridurre l'esposizione debitoria dello Stato verso la stessa Anas.
Resta quindi ancora irrisolti i nodi della manutenzione straordinaria e dei nuovi investimenti. «La soluzione di questo problema strutturale di Anas - dice ancora Ciucci - non può che risiedere nell'approvazione del piano economico-finanziario, previsto dalla Finanziaria del 2007, ma non ancora approvato da tutti i dicasteri indicati dalla norma». Solo così, «si potrà dire completato il processo di trasformazione di Anas in un soggetto imprenditoriale, indipendentemente dalla presenza nel suo capitale di azionisti totalmente o parzialmente pubblici».
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