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Questo articolo è stato pubblicato il 01 giugno 2011 alle ore 06:40.

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ROMA
Ancora qualche mese per sciogliere il rebus di Terna. Sarà un ulteriore decreto del ministero dello Sviluppo a dirimere la disputa sul diritto o meno di costruire bacini idroelettrici e impianti di pompaggio da parte del gestore indipendente della trasmissione elettrica. Nel decreto legislativo che recepisce le direttive Ue sulle reti, varato dal Consiglio dei ministri allo scadere della delega, il Governo fissa solo alcuni (importanti) paletti. Terna non può in ogni caso produrre elettricità. Può però (era uno degli oggetti del contendere) realizzare e gestire accumuli a batteria, da integrare nella rete, come potranno fare anche i gestori della distribuzione, per meglio gestire le energie rinnovabili. Può, anzi deve, indicare anche quali impianti di accumulo idroelettrico servono al sistema, ma non può realizzarli in proprio. Questi impianti devono essere messi a gara pubblica. Ma è qui il dilemma ancora da sciogliere.
E che il Governo ha deciso di affidare, sull'onda delle contese tra Terna e Enel, ad un ulteriore decreto da emanare entro 90 giorni dall'approvazione del nuovo piano di sviluppo della rete, presentato da Terna a gennaio e che dovrebbe essere varato a giorni dal ministero dopo l'ok dell'Authority Energia. Sarà Terna a indire le nuove gare per l'idroelettrico Potrà essa stessa partecipare? Il decreto "di approfondimento" è ancora da definire, come conferma il direttore generale del ministero Sviluppo, Sara Romano: fermo restando che la produzione e la fornitura di elettricità «non sono consentiti al gestore» per gli accumuli idroelettrici, che «sono impianti di sicurezza, dovremo valutare in concreto». Comunque, entro 60 giorni, il Governo modificherà nuovamente la convenzione con Terna, che nel dicembre scorso era stata estesa aprendo al gestore di rete la possibilità di realizzare liberamente gli impianti e persino di vendere direttamente energia anche se «transitoriamente». E nel frattempo si è deciso, sempre nel Dlgs, di risolvere alla radice il problema di rapporti Enel-Terna nato nei giorni scorsi con la bocciatura dell'ingresso nel cda Terna del rappresentante Enel: esplicito divieto, d'ora in poi, alle partecipazioni incrociate nei due consigli.
A sottolineare gli altri (molti) provvedimenti compresi nel decreto sul "terzo pacchetto energia" varato ieri è una nota del ministero dello Sviluppo. Molte le conferme di ciò che era stato annunciato, ma con qualche importante integrazione. Per rafforzare la liberalizzazione è stato fissato «un tempo massimo di tre settimane» per il cambio di operatore chiesto dai clienti. Per garantire neutralità anche al trasporto del gas è confermata la soluzione non troppo drastica del Independent Transmission Operator (Ito): l'Eni potrà mantenere il controllo proprietario di Snam rete Gas ma questa dovrà essere trasformata in una società funzionalmente indipendente sorvegliata dall'Authority. E comunque dopo 5 anni con un'indagine conoscitiva dell'Authority il ministero dello Sviluppo potrà rivedere il modello di separazione. Il ministro dello Sviluppo, Paolo Romani, assicura che tutto ciò sarà «un tassello fondamentale» della «nuova strategia energetica nazionale» che nascerà dalla «prima conferenza energetica nazionale la cui preparazione partirà «subito dopo l'estate».
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