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Questo articolo è stato pubblicato il 02 giugno 2011 alle ore 15:45.

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PECHINO – La Cina è sul punto di sorpassare gli stati Uniti e diventare la principale economia a livello mondiale? Recentemente, il Fondo Monetario Internazionale ha previsto che le dimensioni dell’economia cinese supereranno quelle statunitensi in termini di parità dei poteri d’acquisto (PPP) entro il 2016.

Ma uno studio recente, di cui è coautore Robert Feenstra, economista dell’Università di Davis in California, indica che la leadership economica globale dovrebbe passare alla Cina nel 2014. Arvind Subramanian del Peterson Institute of International Economics sostiene invece, in termini ancor più radicali, che la Cina abbia già superato gli USA in termini di parità dei poteri d’acquisto nel 2010.

La parità dei poteri d’acquisto misura il reddito di un paese utilizzando un range di prezzi di riferimento applicati alle economie. I prezzi nei paesi in via di sviluppo sono di solito inferiori rispetto a quelli dei paesi sviluppati. Pertanto, il loro reddito potrebbe essere sottostimato se calcolato solo sulla base del tasso di cambio. Il reddito misurato in termini di PPP aiuta ad evitare questo problema.

Ma la valutazione del reddito PPP solleva altre problematiche. Una di queste consiste nel fatto che ciascun paese ha un paniere di consumo diverso con grandi disparità tra i paesi in via di sviluppo e quelli sviluppati. Ad esempio, i prodotti alimentari rappresentano di solito il 40% o più delle spese dei nuclei familiari in un tipico paese in via di sviluppo, mentre la percentuale in gran parte dei paesi sviluppati è pari a meno del 20%.

Lo scopo del paragone in termini di PPP è quello di misurare la qualità di vita reale di un paese. In questo caso, può essere visto come un paragone dei beni aggregati di ciascun paese che consiste nei beni presenti nel paniere di consumo dei paesi stessi. Ovviamente, i beni aggregati non hanno gli stessi componenti in tutti i paesi, pertanto la parità dei poteri d’acquisto paragona in realtà le mele con le arance.

Quest’argomentazione potrebbe sembrare tecnica, ma ha profonde implicazioni sui paragoni della qualità di vita nei diversi paesi. Ipotizziamo di paragonare due paesi uno dei quali si basa sull’agricoltura e la sua popolazione consuma solo prodotti alimentari, mentre l’altro è basato sull’industria e la sua popolazione non consuma solo prodotti alimentari ma compra anche vestiti. La quota di spesa su questi due articoli è rispettivamente del 20% e dell’80%.

Supponiamo poi che il reddito nominale pro capite al tasso di cambio di mercato nel secondo paese sia di quattro volte superiore rispetto a quello del primo paese. I prezzi dei prodotti alimentari saranno gli stessi nei due paesi, ma il prezzo dei vestiti nel secondo paese sarà cinque volte maggiore del prezzo dei prodotti alimentari.

In quest’esempio il prezzo dei beni aggregati del secondo paese è pari a 4,2 volte il prezzo dei beni aggregati del primo paese. Ulteriori calcoli rivelano che in termini di PPP, una persona nel secondo paese è più povera del 5% di una persona del primo paese!

Questo risultato assurdo è possibile solo perché la PPP paragona due fasce di consumo diverse. Ma il paniere di consumo di un cinese medio è nettamente diverso dal paniere di consumo di un americano medio, pertanto il paragone in termini di PPP tra Cina e USA potrebbe risultare fuorviante.

La parità dei poteri d’acquisto risponde alla seguente domanda: quanto deve guadagnare un cinese per mantenere la sua qualità di vita in Cina una volta trasferitosi negli Stati Uniti?

Ma questa domanda non è né intuitiva né realistica. In relazione al paragone dei poteri d’acquisto nel mercato internazionale, la domanda da porre è in realtà: quanti prodotti può acquistare un cinese negli USA utilizzando il reddito che ha in Cina? Bisogna fare riferimento al reddito nominale per poter rispondere a tale quesito. In questo caso un apprezzamento pari al 10% del renminbi aumenta il potere d’acquisto di un individuo cinese negli USA esattamente del 10%, mentre la qualità di vita non cambia in termini di PPP.

Ma anche misurando le economie di entrambi i paesi in termini nominali, risulta che la Cina sarà comunque in grado di superare, in relativamente breve tempo, gli Stati Uniti. Presupponendo che l’economia cinese e statunitense crescano rispettivamente dell’8% e del 3% in termini reali, che il tasso di inflazione cinese sia pari al 3,6% e quello dell’America al 2% (la media dell’ultimo decennio), e che il renminbi subisca un nuovo apprezzamento nei confronti del dollaro pari al 3% su base annuale (la media degli ultimi sei anni), la Cina diventerebbe l’economia più grande a livello mondiale entro il 2021. Entro quella data il PIL di entrambi i paesi sarà pari a circa 24 trilioni di dollari, forse il triplo della grandezza della terza principale economia, ovvero il Giappone o la Germania.

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