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Questo articolo è stato pubblicato il 03 giugno 2011 alle ore 13:55.

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Indici Pmi europei segnalano crescita rallentata e a due velocità. L'Italia ristagnaIndici Pmi europei segnalano crescita rallentata e a due velocità. L'Italia ristagna

Rallenta a maggio in Eurolandia l'attività delle imprese manifatturiere e dei servizi di Eurolandia, ma meno del previsto. I dati definitivi dell'indice composito dei responsabili degli acquisti (Pmi) dei due settori, elaborati dal centro studi Markit Economics, mostrano un calo a 55,8 punti ( 55,4 la stima preliminare del 23 maggio) da 57,8 di aprile. L'indice è sceso ai minimi da cinque mesi, ma supera ancora la soglia dei 50 punti che demarca le fasi di espansione e contrazione del ciclo economico.

Il calo é risultato maggiore nel manifatturiero, dove il ritmo di crescita della produzione è risultato il più debole da 7 mesi, complice il minor flusso dei nuovi ordini e le continue interruzioni alla catena di produzione, causate dalle conseguenze del sisma in Giappone. Il rallentamento del terziario, indice ai minimi su 4 mesi, risulta meno netto e, per la prima volta dallo scorso settembre, il terziario supera il manifatturiero.

I tassi di espansione dell'attività rallentano in tutte le nazioni ma la crescita si conferma a due velocità: Francia e Germania guidano la ripresa, mentre Italia, Spagna e Irlanda vanno verso la stagnazione. Una divergenza che ha avuto ripercussioni anche nel mercato del lavoro dove le economie più forti hanno riportato gli aumenti più netti di occupazione. L'Italia ha riportato solo un modesto aumento dell'occupazione, mentre Spagna e Irlanda hanno evidenziato delle perdite.

«Un indebolimento dell'espansione - spiega Chris Williamson, capo economista di Markit - é stato notato in tutte le nazioni dell'Eurozona, ma le divergenze tra le nazioni maggiori e quelle delle economie periferiche continuano ad ingigantirsi. La crescita in Francia e Germania rimane straordinariamente forte, ma Spagna, Italia e Irlanda si avvicinano sempre di più ai limiti dei livelli di stagnazione. La mancanza di espansione in queste nazioni minaccerà i piani di riduzione del deficit attraverso una riduzione delle tasse ed una maggiore spesa pubblica.

Buone notizie invece sul fronte dei prezzi che diminuiscono in tutte le nazioni grazie soprattutto al calo del 10% del petrolio, verificatosi durante l'indagine, che dovrebbe tradursi in un generare contenimento dell'inflazione dei prezzi al consumo.

L'Italia arranca
Sull'Italia oggi Markit ha riportato i dati definitivi sull'andamento delle imprese nel settore dei servizi, a 50,1 punti il Pmi è in questo caso finito quasi ai livelli di stagnazione, da 52,2 punti di aprile. «Insieme alla forte perdita di slancio registrata dal settore manifatturiero nell'indagine Pmi di mercoledì scorso, i dati dei primi due mesi del trimestre suggeriscono come il Pil del secondo trimestre registrerà una lettura minore rispetto a quella già bassa del primo trimestre», ha rilevato Andrew Self, un altro economista di Markit. "Resta positivo il fatto che le aziende sono ancora abbastanza ottimiste nell'aumentare i livelli di personale. Di fatto, la fiducia generale nel settore è aumentata rispetto ad aprile».

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