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Questo articolo è stato pubblicato il 04 giugno 2011 alle ore 08:15.


ROMA
Fincantieri ritira il piano. L'annuncio, giunto al termine del vertice al ministero dello Sviluppo economico, stempera la tensione che ha dominato la mattinata romana di oltre 1.600 lavoratori giunti dalla Campania e dalla Liguria. In gioco ci sono la chiusura di due cantieri – Sestri Ponente e Castellammare di Stabia – e 2.551 esuberi. La notizia rimbalza velocemente dalle stanze del ministero ancora prima delle comunicazioni ufficiali: «Se queste sono le vostre richieste ritiro il piano» sarebbero state le parole dell'a.d. Giuseppe Bono davanti al ministro Paolo Romani e ai sindacati. «Il piano presentato nei giorni scorsi non era una novità per nessuno, sono una persona che si assume le sue responsabilità – avrebbe ammesso Bono – ma con gli attacchi subiti da tutte le parti, da destra e sinistra, anche la mia forza viene meno. Ritiro il piano e spero che così si possano esorcizzare le tensioni». Dichiarazioni che a caldo fanno pensare anche a possibili dimissioni, ipotesi alla quale non crede Romani: «Non ho avuto questa impressione» dice il ministro lasciando il tavolo.
Per ora non scatteranno licenziamenti ma è presto per parlare di soluzione: resta per intero il problema di competitività e crisi della domanda internazionale e gli interventi pubblici di sostegno sono da mettere a punto. Partiranno dei tavoli tecnici. L'obiettivo è mobilitare fondi Ue per la riconversione dei cantieri verso navi eco-compatibili e sbloccare i finanziamenti per le commesse pubbliche relative a pattugliatori della Guardia costiera e piattaforme navali multiruolo (per quest'ultime bisogna attivare 18,3 milioni in capo allo Sviluppo economico).
Fincantieri spiega che il piano è ritirato ed è annullato l'incontro del 6 giugno con i sindacati. La nota si fa sarcastica in riferimento alle critiche piovute sulle strategie: «Quanto ai "direttori commerciali aggiunti" l'azienda li ringrazia per la loro buona volontà ma sottolinea che ha sempre risposto alle richieste di offerta anche da parte degli armatori più improbabili». Il recupero di competitività con il Far East è imprescindibile. «Nel caso in cui questo non avvenisse Fincantieri dovrebbe portare i libri in Tribunale e dichiarare il fallimento». Ora ognuno si assuma le sue responsabilità è il concetto. Governo incluso. Da parte sua Romani annuncia che si apriranno due tavoli regionali, in Campania e in Liguria: e comunque, annuncerà poi il ministro con tanto di megafono agli operai in attesa, «senza soluzioni condivise e livelli occupazionali adeguati non ci sarà la chiusura di nessuno stabilimento».
L'esito di ieri per ora ha tranquillizzato gli operai che lentamente hanno sciolto sit-in e proteste. La giornata era iniziata con l'arrivo a Roma Ostiense di circa 1.200 lavoratori da Genova e oltre 400 da Castellammare di Stabia. Una parte si è diretta verso la sede del ministero, un'altra da Piramide si è mossa per il corteo al grido «il cantiere non si tocca». Ci sono stati momenti di tensione quando il corteo è stato fermato dalle forze dell'ordine poco prima di raggiungere il Colosseo, ma le notizie provenienti dall'Eur hanno rapidamente riportato la calma. Il dietrofront sul piano ha però acceso la polemica del Pdl. «Il dottor Bono ci deve una spiegazione – incalza il capogruppo alla Camera Fabrizio Cicchitto – proprio alla vigilia delle elezioni ha proposto un piano del tutto provocatorio dal punto di vista sociale e adesso lo ritira. Una persona responsabile non lo avrebbe neanche avanzato con quei contenuti e in quei tempi». In serata una nota di Fincantieri ha chiarito ulteriormente la posizione dell'azienda, ribadendo «che il piano non era frutto di un'improvvisazione, ma di una riflessione approfondita delle complesse analisi del mercato» e che il suo «ritiro ha lo scopo di restituire serenità e razionalità» alla vicenda.
Soddisfatti i sindacati, ma la guardia resta alta. Giuseppe Farina, segretario generale Fim Cisl, si augura che ora si possa «dimostrare che il piano era sbagliato perché rinunciatario». Per Vincenzo Scudiere, segretario confederale Cgil, è arrivato «un primo risultato per poter prendere sul serio il futuro della cantieristica». Rocco Palombella, segretario generale Uilm, preannuncia massima vigilanza: «Siamo cautamente soddisfatti, ma altrettanto preoccupati. Nei prossimi giorni verificheremo se il ritiro del piano è stato dettato solo da difficoltà del momento».
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Tra esuberi e proteste
2.551 I TAGLI ANNUNCIATI
Il numero dei tagli al personale annunciati dall'ad di Fincantieri Giuseppe Bono ai sindacati,
il 23 maggio. Il piano prevedeva
la chiusura dei cantieri
di Castellammare di Stabia
e di Sestri Ponente
48.283 GLI ESUBERI IN EUROPA
Gli addetti del settore della cantieristica europea che, tra il 2008 e il 2010, sono usciti forzatamente dal ciclo produttivo, secondo i dati Cesa. Un numero che corriponde a poco meno del 30% degli occupati
830 L'ORDINE (MILIONI DI EURO)
È la cifra assicurata il 25 maggio dalla Cassa Depositi e Prestiti
per la commessa di due navi
da crociera dell'armatore statunitense Carnival.
Le navi hanno il valore di circa
500 milioni di euro ciascuna
1.600 I LAVORATORI IERI A ROMA
Ieri erano giunti alla stazione di Roma Ostiense circa 1.200 lavoratori da Genova e 400 da Castellammare per protestare contro i tagli. Nel frattempo, è arrivato l'annuncio della revoca del piano di ristrutturazione

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