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Questo articolo è stato pubblicato il 15 giugno 2011 alle ore 07:50.

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È un «magazzino» in cui sono stipate 476 agevolazioni, riduzioni d'imposta, aliquote scontate, regimi speciali, detrazioni e deduzioni. Bonus di ogni tipo che in quasi 40 anni di vita dell'attuale sistema fiscale si sono stratificati e moltiplicati fino a ridurre il gettito erariale di oltre 161 miliardi di euro. È dal riordino di questo enorme magazzino che il ministro dell'Economia e delle Finanze, Giulio Tremonti, conta di trovare una buona parte della dote necessaria per finanziare il fisco del futuro.

La fotografia, ancora in corso di stampa, è frutto di uno dei quattro tavoli di studio della riforma fiscale, istituiti dal ministro Tremonti per approfondire e analizzare con parti sociali, associazioni di categoria e mondo accademico le inefficienze del nostro attuale sistema.

I risultati dei tavoli arriveranno oggi a Palazzo Chigi - ha annunciato ieri Tremonti - per condividere con il premier Silvio Berlusconi e i ministri competenti i primi risultati dell'analisi svolta in questi ultimi 8 mesi. Da qui ripartirà l'attività del Governo e la fase di studio del sistema dovrà lasciare il posto alle scelte dei tecnici e della politica. E come disse lo stesso Tremonti all'avvio dei tavoli, ognuno dovrà prepararsi a fare un passo indietro.

Il tavolo sull'erosione, presieduto da Vieri Ceriani, sembra dunque essere il vero fulcro per finanziare la riforma. Gli esperti stanno ultimando in questi giorni la classificazione delle 476 tax expenditures, secondo una classificazione che poggia su 11 voci. Un passaggio chiave che al momento delle scelte politiche potrà rivelarsi cruciale nelle scelte su tagli e riduzioni dei bonus esistenti. Al riparo da possibili interventi potrebbero essere quelle misure agevolative per il rispetto dei principi costituzionali. Dalla parità di trattamento, alla capacità contributiva così come la progressività del prelievo o il riconoscimento dei costi necessari per la produzione del reddito.

Più a rischio tagli le tax expenditures a rilevanza settoriale o ancora quelle classificate a rilevanza territoriale. Ma su tutti l'attenzione potrebbe concentrarsi sui regimi fiscali agevolati, i cosiddetti 'forfettini' o 'forfettoni'. L'ultimo arrivato è quello dei contribuenti minimi. Hanno toccato quota 506mila e continuano a crescere. A tal punto che la stessa Agenzia delle Entrate ha deciso di vederci chiaro per evitare che il regime fiscale prenda un deriva più elusiva che agevolativa.

Capitolo a parte l'Iva: con le due aliquote ridotte del 4 e 10% e differenti regimi agevolati, erode gettito per più di 38 miliardi. Sul tappeto c'è la rimodulazione delle aliquote, ma con l'avvertenza che, nel rispetto delle regole comunitarie, le due aliquote ridotte una volta aumentate dovranno essere elevate su tutti prodotti e consumi a cui oggi si applicano. I rischi su inflazione e sui consumi restano elevati.

In parallelo all'analisi delle agevolazioni ci sarà da scegliere sulle sovrapposizioni tra Stato sociale e bonus fiscali, analizzate dal tavolo presieduto da Mauro Marè. Con l'idea di ricondurre sotto una sola voce di spesa quella che può essere assistenza e sostegno ai contribuenti, alle famiglie e ai giovani.

Poi c'è la lotta all'evasione, che in Italia resta ancora una risorsa da 'sfruttare', come emerge dai risultati del tavolo di Enrico Giovannini. Con un sommerso dal 275 miliardi di euro consente ampi margini all'amministrazione finanziaria di recupero. Il tutto secondo le considerazioni finali dello stesso tavolo evitando azioni anti sommerso troppo invasive.

Un'altra quota importante potrà arrivare dal tavolo di lavoro sulla spesa pubblica presieduto da Piero Giarda. La ricognizione sulla spesa e gli sprechi, così come la valorizzazione del patrimonio pubblico. In questo senso si potrebbe ridurre una spesa per interessi che pesa per oltre 70 miliardi l'anno sul bilancio pubblico.

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