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Questo articolo è stato pubblicato il 14 giugno 2011 alle ore 14:58.

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Riunire attorno a un tavolo i diversi attori del settore automotive e mettere assieme le energie di tutti a sostegno del comparto, che non deve più essere considerato da chi governa "una mucca da mungere". Questa la ricetta dell'Unrae per far uscire l'auto dall'attuale crisi che potrebbe far sprofondare quest'anno il mercato italiano sotto 1,8 milioni di unità, un livello che mette seriamente a rischio, in particolare, la salute dei concessionari. Parlando al convegno: "Il mercato dell'auto al giro di boa del 2011", organizzato dal Centro Studi Promotor GL Events, il nuovo presidente Unrae, Jacques Bousquet, ha sottolineato «la necessità della creazione degli Stati Generali dell'Auto, con l'Unrae protagonista assieme a tutte le altre associazioni del settore in un colloquio costante e costruttivo con i Ministeri competenti (Trasporti, Sviluppo Economico, Ambiente) e con l'Aci».

Non sussidi a breve, ma azione strutturata a medio termine
«È necessario rimettere l'auto al centro di una politica della mobilità, delle persone e delle merci, aprendo un confronto con gli interlocutori istituzionali per dare certezze a un settore che contribuisce per il 12% al Pil italiano», ha proseguito Bousquet, per il quale bisogna «rilanciare l'interesse sull'auto, calato molto nel 2010, quando era emersa la percezione che il costruttore nazionale avesse meno interesse al mercato italiano, il che aveva generato disinteresse per il comparto». Bousquet ha però sottolineato che «non chiediamo sussidi o aiuti nel breve termine, ma un intervento strutturato e di medio periodo, una politica industriale per dare un nuovo impulso che si muove su due assi: il segmento delle vetture aziendali, dove la fiscalità va modificata perché é a livelli preistorici, e l'accelerazione del rinnovo del parco circolante, che é molto vecchio, con vetture che hanno una media di età di 8 anni. In questo ambito tutte le motorizzazioni sono soluzioni valide, dal Gpl, al metano, all'elettrico, all'ibbrido e al diesel pulito».

Per recuperare quelle 300-400mila vetture che mancano all'appello e far ripartire il settore dell'auto la chiave, secondo Gianmarco Giorda, direttore operativo Anfia, é la ripresa dell'economia. «E' indispensabile agire sul sistema fiscale e sulle politiche del lavoro per innescare un vero rilancio del Paese, di cui beneficerà, indirettamente, anche la filiera automotive. Per l'auto bisogna evitare un aumento della contribuzione netta visto che l'Italia ha già il primato in Europa per la pressione fiscale, il 4,5% del Pil contro una media del 3,4%, e ridurre le spese di gestione del veicolo», che per una vettura del segmento B diesel sono pari a 6500 euro all'anno. Nella successiva tavola rotonda del convegno Gian Primo Quagliano, direttore del Centro Studi Promotor GL Events, ha rilevato che "il settore fa meno notizia", considerando che i dati mensili delle immatricolazioni sono resi noti dal ministero delle Infrastrutture non la mattina, come succede per il Pil, ad esempio, ma il pomeriggio alle 18.00, e ha quindi evidenziato la necessità di anticiparli.

Le case automobilistiche, ha aggiunto Giuseppe Tartaglione, a.d. di Volkswagen Group Italia, "si procurano l'ombrello per resistere alla crisi dei consumi con prodotti e innovazione, ma é necessario che le istituzioni si preoccupino di realizzare gli investimenti sulle infrastrutture, per esempio rispetto alle colonnine di ricarica per le auto elettriche, e di aumentare i consumi". Roberto Matteucci, responsabile di General Motors Italia, ha sottolineato i problemi dei concessionari in presenza di un mercato dell'auto asfittico e in questo ambito Massimo Gargano, a.d. di Toyota, ha rilevato che la quota ai privati del mercato dell'auto italiano, pari a 1,2 milioni, é la peggiore dal 1995, il che ha un deciso impatto sulle reti e l'indotto. Luca Napolitano, direttore mercato Italia brand Fiat Automobiles, ha evidenziato tra l'altro anche il problema della sicurezza a livello delle infrastrutture e Loris Casadei, a.d. di Porsche Italia, ha rilevato infine l'importanza di una chiarezza legislativa per l'auto a livello locale e nazionale.

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