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Questo articolo è stato pubblicato il 16 giugno 2011 alle ore 06:41.

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CATANIA. Dal nostro inviato
La Sicilia orientale è il cardine attorno cui fa perno l'energia solare italiana. Tra l'Etna e i monti Iblei, tra Catania e Ragusa, si sta formando un nucleo di aziende che studiano le tecnologie, di aziende che fabbricano le centrali, di aziende che producono la corrente elettrica usando il sole. «Come la nostra centrale termodinamica Freesun che a Noto sta già producendo calore, con una potenza di cento chilowatt iniziali – conferma Cesare Fera, imprenditore delle rinnovabili – e che da settembre produrrà anche elettricità con un megawatt di capacità». Poco lontano da Noto, a Priolo, l'Enel un anno fa aveva avviato la centrale sperimentale Archimede, mentre «stiamo studiando vicino a Catania già l'evoluzione con la futura centrale Archetype», annuncia Francesco Storace, amministratore delegato dell'Enel Green Power. E fra poche settimane, ai primi di luglio, la 3Sun (joint venture paritetica al 33,3% periodico tra StMicroelectronics, Sharp ed Enel) avvierà nella piana di Catania la più grande fabbrica italiana di produzione di pannelli fotovoltaici. «La produzione industriale partirà in autunno», specifica con orgoglio Laurent Bosson, francese, già capo della produzione mondiale della StMicroelectronics, capoprogetto del cantiere dove i macchinari sono in montaggio. La produzione industriale servirà per esempio per il futuro lancio dei pannelli fai-da-te: «Sarà un kit già pronto che ogni famiglia – anticipa Storace dell'Enel Green Power – potrà comprare anche via web attraverso la rete di vendita Enel Sì anche per le applicazioni dell'edilizia di pregio».
«La fabbrica della 3Sun era uno stabilimento nato per produrre memorie per computer. Poi – ricorda Marco Sutera, provenienza StM, responsabile della qualità e dell'automazione - la multinazionale dell'elettronica ha deciso di uscire dal settore, e si è trovata una fabbrica vuota, che è stata messa a disposizione del progetto 3Sun». Nello stabilimento in completamento si muovono mille persone, squadre al lavoro per costruire in tempi lampo la fabbrica di pannelli al silicio più grande d'Italia. Addetti arrivati da decine di Paesi diversi, come le squadre compatte e silenziose di giapponesi che montano, nella riservatezza industriale più rigorosa, le macchine che la Sharp utilizza anche in Giappone. La fabbrica avrà tre linee, ognuna delle quali produrrà ogni anno pannelli fotovoltaici pari a una capacità produttiva di 80 megawatt. Sono pannelli a film sottile da un metro per 1,40, ciascuno della capacità di 130 watt. Laurent Bosson mostra le macchine delle camere a vuoto: «Si genera il plasma che traspare azzurro e luminoso attraverso le finestrelle, e sul vetro del pannello viene depositato il silicio». Più in là, la macchina argentatrice, che depone sui pannelli di vetro una pellicola riflettente d'argento purissimo, e nella macchina c'è un lingotto gigante d'argento da 200 chili. Aggiunge Andrea Cuomo, presidente della 3Sun, che «questo è il passo iniziale, ma se il mercato crescerà come promettono le tendenze internazionali lo stabilimento potrà arrivare a produrre pannelli fino a mille megawatt l'anno».
Pochi chilometri dallo stabilimento, lungo la vecchia statale che va verso Siracusa. C'è il centro ricerche della StMicroelectronics. Salvatore Coffa è il capo della ricerca: «È ricerca applicata, noi cerchiamo soluzioni per i clienti che acquistano i componenti della StMicroelectronics, come i dispositivi di potenza e di conversione di potenza». Per esempio, spiega uno dei ricercatori, Giacomo Porcelli, i trasformatori ad altissimo rendimento, che dissipano pochissimo calore, o gli inverter per i pannelli solari che portano la corrente prodotta da 40 volt a 200 e la convertono da corrente continua a corrente alternata. «È una ricerca che non finisce mai per dare ai clienti prestazioni migliori. Per esempio questo apparecchio: i pannelli solari normali, se sono appena sfiorati da un'ombra, si spengono del tutto, ma con questo dispositivo il pannello fotovoltaico può continuare a funzionare».
Un parco di aranci e liquirizia è la sede dell'Enel Ingegneria e Innovazione. Una volta era la Comphoebus che provava le innovazioni anche nella bioclimatica e nella domotica. Oggi il centro ricerche alla periferia di Catania si è concentrato sul solare, termico e fotovoltaico. Nei piazzali battuti dal sole senza pietà della Sicilia ci sono pannelli di ogni tipo, nei laboratori una pattuglia di ingegneri, di fisici, di elettronici (come Mario Catena, Daniela Fasanaro o Walter Ferrara) misura le diverse tecnologie. Come le lenti che moltiplicano la luce, concentrando sul silicio la forza di 700 soli.

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