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Questo articolo è stato pubblicato il 21 giugno 2011 alle ore 07:56.

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«Credo che l'Italia non sia in pericolo. Non credo che domani Italia e Belgio debbano tremare. Ho solo voluto mettere in guardia contro azioni imprudenti che possano scatenare reazioni irrazionali da parte dei mercati»: lo ha chiarito ieri il presidente dell'Eurogruppo, Jean-Claude Juncker, ridimensionando l'allarme che era suonato nei giorni scorsi per via di alcune sue dichiarazioni sul pericolo di un effetto-domino in Europa.

Juncker aveva affermato come il rischio contagio della crisi greca riguardasse non solo l'Irlanda e il Portogallo, ma anche Paesi a elevato debito pubblico come il Belgio e l'Italia, che potrebbero essere colpiti prima ancora della Spagna. Ieri ha corretto il tiro: spiegando che l'Europa deve stare attenta a non commettere errori nella gestione della crisi greca, come per esempio quello di far scattare un credit event o un selective default. Due eventualità, è stato ribadito ieri, che non si verificheranno.

Tirare in ballo Belgio e Italia, oltre alla Spagna, è servito però solo a gettare benzina sul fuoco in una situazione già di per sé incandescente, in un momento in cui l'Europa deve fare l'impossibile per arrestare il contagio, circoscrivere la crisi greca e tranquillizzare i mercati. Ed è proprio in questa direzione che è giunta ieri la conferma che il veicolo di salvataggio Efsf verrà potenziato per aumentare la capacità di erogare prestiti (ed emettere obbligazioni) fino a 440 miliardi dagli attuali 255. Questa evoluzione era stata già annunciata tre mesi fa: poi però il mercato non aveva saputo più nulla e i progressi stentavano ad arrivare.

È di ieri la notizia che i membri dell'Eurogruppo hanno trovato l'accordo per rafforzare l'Efsf. Ora questo veicolo funziona con una struttura di overcollateralization che richiede garanzie pari al 120% e anche un cosiddetto "cash buffer", cioè una raccolta tramite bond superiore agli importi erogati in prestiti. L'Efsf n.2 non avrà più il cash buffer e potrà contare su garanzie collaterali al 165 per cento. Questa modifica impegnerà non poco i 17 Stati dell'Eurogruppo, compresa l'Estonia, che dovranno ratificare in Parlamento l'aumento delle garanzie concesse all'Efsf. Per la Germania questo ritocco all'insù vale 92 miliardi di euro, dagli attuali 119 miliardi a 211.

Per l'Italia, l'aumento dovrebbe essere attorno ai 66 miliardi in più. Stando a fonti bene informate, il nuovo Efsf dovrebbe essere operativo dal gennaio 2012: oltre a concedere prestiti, potrà anche acquistare sul mercato primario (direttamente in asta) i titoli di Stato dei Paesi nel programma di aiuti. Un passaggio fondamentale perché nel 2012 tanto l'Irlanda quanto il Portogallo dovranno tornare sul mercato dei capitali per raccogliere fondi a medio-lungo termine: nel caso di forti turbolenze, l'Efsf sarà pronto a intervenire.

E proprio per evitare di entrare in diretta concorrenza con i titoli di Stato dell'Eurozona, e di ostacolare le aste in Eurolandia tanto dagli Stati più indebitati quanto da quelli cosiddetti "core", ieri è stata presa un'altra importante decisione. Al meccanismo di salvataggio permanente Esm per la stabilità finanziaria dell'Eurozona, a differenza degli annunci iniziali, non verrà riconosciuto lo status di creditore privilegiato. I bond emessi dall'Esm, e quindi anche quelli dell'Efsf, saranno senior tanto quanto i titoli di Stato e non saranno dei super titoli con tre rating AAA e non concederanno lo status di creditore privilegiato. Questa marcia indietro trova spiegazione anche nella serrata trattativa tra la Germania e la Francia: Parigi avrebbe ostacolato fin dall'inizio l'idea di rendere l'Esm un creditore privilegiato, proprio per salvaguardare le aste dei suoi titoli Oat. Per far passare la linea francese, la Germania avrebbe richiesto e ottenuto una modifica al trattato istitutivo dell'Esm riguardante il tipo di coinvolgimento dei creditori privati nel caso di salvataggio di uno Stato europeo. I privati potranno partecipare con roll over su base volontaria (come quello in programma per la Grecia) solo nel caso di sostenibilità del debito senza haircut.
(I.B.)

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