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Questo articolo è stato pubblicato il 22 giugno 2011 alle ore 21:46.

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Nicolas SarkozyNicolas Sarkozy

Il presidente Nicolas Sarkozy è stato chiaro. Vuole che Lorenzo Bini Smaghi lasci il comitato esecutivo della Bce per permettere a Parigi di avere un suo rappresentante nel board, anche dopo l'arrivo di Mario Draghi e la partenza di Jean-Claude Trichet. Ma perché ha deciso di mettere il governo italiano sotto pressione, quando mancano ancora quattro mesi all'avvicendamento?

Le ragioni non dipendono solo dai tempi degli iter europei. Il primo motivo è legato alla politica italiana. Le elezioni regionali hanno mostrato un indebolimento del governo. A Parigi c'è il timore che questo possa cambiare le carte in tavola nell'accordo franco-italiano sull'appoggio a Draghi in cambio della partenza di Bini Smaghi. La seconda ragione è di politica francese. Draghi è stato criticato da Marine Le Pen, leader del Front National, che lo ha definito «un uomo degli americani» per il suo passato a Goldman Sachs. In quest'ottica, Sarkozy deve garantire (rapidamente) una presenza francese nel board della Bce, per evitare di essere attaccabile.

Il terzo motivo è di politica europea. I piccoli Paesi criticano sempre più la regola non scritta che prevede un rappresentante dei quattro grandi nel board Bce. Nel 2012 scadrà il mandato dello spagnolo José Manuel Gonzáles-Páramo. Gli olandesi stanno già facendo campagna. Se i francesi non riuscissero a mettere un loro uomo nel board creerebbero ai loro occhi un pericoloso precedente in vista dell'anno prossimo. (B.R.)

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