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Questo articolo è stato pubblicato il 23 giugno 2011 alle ore 06:42.

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MILANO
Sarà Brovedani, azienda friulana leader nella meccanica di precisione, la prima azienda ad imparare "dal vivo" la produzione snella, entrando nella Lean Experience Factory di S.Vito al Tagliamento. Si tratta della prima fabbrica italiana nata per fare esperienza diretta delle tecniche di produzione efficienti in un ambiente reale, andando oltre i semplici corsi in aula. L'operazione, frutto di una joint venture tra l'Unione Industriali di Pordenone e Mc Kinsey, ha previsto un investimento di 1,2 milioni, utilizzati per costruire a S.Vito al Tagliamento un vero e proprio sito produttivo, organizzato per ospitare corsi di formazione in un ambiente aziendale reale. Le linee di assemblaggio, dedicate al montaggio di un compressore per elettrodomestici, verranno di volta in volta analizzate, sezionate e riorganizzate con l'obiettivo di migliorare efficienza e produttività. «Il nostro obiettivo – spiega il presidente degli industriali di Pordenone Maurizio Cini – era quello di lavorare su aspetti di valenza nazionale. Credo che oggi il tema della produttività e dell'efficienza siano gli snodi fondamentali attraverso cui è possibile mantenere e sviluppare un presidio produttivo forte sul territorio».
La parola chiave è produttività. Mc Kinsey stima per questo aspetto un gap di oltre 10mila dollari confrontando il Pil pro-capite italiano con quello Usa. «I guadagni possibili di produttività per le aziende che utilizzano le tecniche lean – spiega il responsabile del progetto Ervino Riccobon – possono variare tra il 20 e il 70%, a seconda degli ambiti considerati, ma il vero problema è che solo il 38% delle imprese è a conoscenza di queste possibilità».
Unendo il mercato potenziale alla voglia di fornire un servizio alle aziende del teritorio, è nata così nel 2009 l'idea di creare una fabbrica reale, per calare nel concreto gli insegnamenti della produzione "snella", nata sulle orme dei sistemi adottati da Toyota. In Europa esistono poche esperienze analoghe, cinque in Germania e una in Francia. Pordenone vuole essere quindi un punto di riferimento per l'intero paese e il modello può essere replicato anche in altre regioni. L'obiettivo della Lean Experience Factory è arrivare ad erogare fino a 170 giornate di formazione all'anno, coinvolgendo 15-20 persone per ciascuna sessione, con una stima di ricavi nell'ordine dei 3-4 milioni il primo anno. «È un'operazione che sta sul mercato» tengono a sottolineare i partner. I corsi avranno durata e obiettivi diversi a seconda delle funzioni aziendali coinvolte: 1-2 giornate per amministratori delegati e direttori generali, fino a tre settimane per i responsabili operativi che dovranno poi applicare nel concreto alle linee produttive aziendali le modifiche necessarie per ridurre sprechi di tempi, costi e materiali. «Per diffondere la cultura dell'efficienza sul territorio – spiega Cini – abbiamo voluto inserire il concetto della formazione sui modelli lean anche nell'accordo territoriale con i sindacati, in modo da allargare il più possibile la platea di potenziali soggetti interessati. Il Nord est è ripartito, in termini di export e produzione, ma i margini sono sempre più risicati: per contrastare la concorrenza l'unica via è essere sempre più efficienti». Il progetto, coordinato sul territorio dagli industriali di Pordenone, vede in realtà la partecipazione di numerosi soggetti: Confindustria Udine, Camera di Commercio, Polo Tecnologico e Provincia di Pordenone, la Regione, l'Università degli studi di Udine, quella di Trieste, Il Cuoa, il Consorzio Universitario di Pordenone, Friuladria e Keymec. Se il target principale è rappresentato dalla aziende, gli ambiti dove recuperare efficienza sono molteplici. Anche per questo, è già prevista una sessione ad hoc con la giunta provinciale di Pordenone.
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