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Questo articolo è stato pubblicato il 25 giugno 2011 alle ore 09:19.

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CHIOMONTE - "Sgomberi". È la scritta che compare su un cartello, all'uscita di Susa in direzione Chiomonte. Ma non si tratta di un avvertimento ai No Tav che presidiano la zona degli ipotetici cantieri della Maddalena, solo di una pubblicità di un artigiano che sgombera cantine. A pochi giorni da quello che viene presentato come "lo scontro finale", la Val Susa sonnecchia al primo caldo estivo.

A Chiomonte, il Comune nel cui territorio sono collocati i terreni degli scavi, le bandiere contro l'alta velocità sono a fianco di quelle monarchiche per i 150 anni dell'unità italiana e i cartelli per le feste dei No Tav di fianco a quelli dei tifosi del Toro.

Nel centro del grazioso paese nulla fa pensare agli incidenti annunciati. Anche se tutti li ritengono inevitabili, forse persino desiderati da entrambi gli schieramenti, purché nessuno si faccia male davvero. Non dai valligiani, ormai pochi al presidio rispetto agli esponenti dei centri sociali saliti da Torino con bandiere rosse, stelle a 5 punte e striscioni per ribadire che Chiomonte sarà come Stalingrado. Lo stesso armamentario che contraddistingue i centri sociali occupati a Torino e persino le magliette degli animatori che portano a spasso per il capoluogo i bambini che non vanno in vacanza.

In teoria l'Unione europea ha posto come data ultima il 30 giugno per l'inizio dei lavori. Ma non è chiaro cosa si intenda per lavori. E allora uno scontro, con qualche ferito leggero, potrebbere convincere Bruxelles che le autorità italiane stanno facendo sul serio. Anche se, poi, l'inizio dei lavori dovesse concretizzarsi in uno scavo di pochi metri. Ma i dubbi restano. Anche perché i No Tav non parlano quasi più di aspetti tecnici, ma solo di scontro con le istituzioni. Così evitano di insistere sul fatto che, senza la tratta Milano-Venezia, il corridoio 5 di fatto non esisterebbe più. E che l'alta capacità ferroviaria non ha molto senso solo sulla tratta Lione-Torino, se poi in Italia neppure un treno merci viaggia sulle linee dell'alta velocità.

Anche sul piano dei possibili scontri ci sono dubbi sull'uso strumentale e politico degli incidenti. Da Chiomonte alla Maddalena non sarebbe possibile far passare mezzi pesanti, compresi quelli delle forze dell'ordine, se solo i manifestanti avessero predisposto un minimo di barriera in una sorta di "effetto Termopili".

Invece i posti di blocco, con sassi, tubi saldati, alberi tagliati, sono stati collocati dai No Tav in un'area più aperta, che agevola scontri di massa. Quanto al probabile passaggio delle forze dell'ordine dal lato dell'autostrada, sarebbe ovviamente senza un minimo di sorpresa. E, in ogni caso, non impedirebbe eventuali azioni di guerriglia nei giorni e nelle settimane successive.

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