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Questo articolo è stato pubblicato il 25 giugno 2011 alle ore 08:16.

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LIVORNO. Dal nostro inviato
«Il calcio italiano rischia di essere definitivamente marginalizzato in Europa con il fair play finanziario. Se ci fosse stato il fair play quando Silvio Berlusconi ha comprato il Milan, non avremmo vinto tutti i trofei che abbiamo conquistato, soprattutto a livello internazionale».
L'analisi economico-sportiva del vicepresidente rossonero Adriano Galliani sul futuro prossimo del calcio italiano Spa, non é certo venata di ottimismo. Del resto, si tratta di valutazioni "obbligate". Con una legge degli stadi bloccata in Parlamento da quasi due anni («bravi gli amici della Juventus, ma le condizioni che hanno permesso di realizzare il nuovo impianto a Torino sono eccezionali ed irripetibili»), un rapporto di dipendenza/concorrenza fra club e Comuni, ai quali non conviene perdere l'affitto delle strutture versato dalle società calcistiche, introiti dai diritti tv che potrebbero addirittura calare in futuro, é difficile provare a riportare in equilibrio i conti e continuare a vincere («se risparmiassimo raggiungendo il pareggio di bilancio, potremmo ritrovarci inseguiti dai tifosi», ironizza, ma non troppo, l'ad rossonero).
Il taglio degli ingaggi e del costo del lavoro é un imperativo («ma é un obiettivo ostico per i top club»), ma la strada maestra resta quella dell'aumento dei ricavi. Da perseguire attraverso nuove strategie.
Il Milan ci prova scommettendo sul suo brand a vocazione globale e sullo sviluppo di una moderna entertainment company. Le linee guida di questa progetto sono state tracciate ieri a Livorno nel tradizionale workshop del club campione d'Italia. Da un anno il Milan ha avviato con Infront una partnership che durerà altri cinque anni per muoversi in questa direzione.
Sul fronte sponsorizzazioni, per esempio, é stata avviata una politica di progressiva riduzione del numero di partner (la prossima stagione, con varie formule, ce ne saranno 33). Questo per garantire una maggiore visibilità a tutti, anche attraverso nuovi format d'esposizione a bordocampo e un coinvolgimento dei calciatori per campagne di comunicazione. Già lo scorso anno questo ha assicurato un raddoppio dei secondi di esposizione e incrementi della valorizzazione economica dei marchi associati al Milan a tre cifre (cresciuta per i top sponsor da 8,3 a 22,6 milioni).
Altro canale per far crescere i ricavi riguarda l'allestimento dalla prossima stagione di più capienti e confortevoli sky box per i clienti business ed aree hospitality con servizi di ristorazione sia all'interno di San Siro che all'esterno (per oltre 1.700 posti). Risultati interessanti ha prodotto il nuovo Milan Megastore di Milano che ha fatturato oltre tre milioni nel primo anno di attività. Mentre macina già numeri da record la nuova piattaforma multimediale Milan Media Factory con 4,5 milioni di fan su Facebook e 100mila followers su Twitter e Flickr.
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A Pag. 20, Manager
Quando lo scudetto lo vince il manager
I NUMERI

33
Gli sponsor
Gli sponsor del Milan per la prossima stagione. Nel campionato 2009/2010 erano 42. La nuova politica commerciale del Milan prevede un minor numero di sponsor nelle varie categorie per incrementare la "visibilità"
27%
La quota
Gli oltre 200 milioni di fatturato annuale del Milan dipendono per il 27% dalle sponsorizzazioni. È la più alta quota tra i club di A che hanno una media del 15 per cento. L'obiettivo è di portarla a un terzo dei rivavi per ridurre la dipendenza dai diritti tv

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