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Questo articolo è stato pubblicato il 27 giugno 2011 alle ore 16:10.

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Pasini: positiva la "ripresa" del settore, ma non basta (Imagoeconomica)Pasini: positiva la "ripresa" del settore, ma non basta (Imagoeconomica)

"Credo che la drammatica crisi globale dell'ultimo triennio lo abbia dimostrato: senza il contributo dell'industria manifatturiera, qualunque economia si rivela fragile e costantemente esposta al rischio di default, cioè di stabilità. E in questo tessuto industriale le imprese siderurgiche hanno svolto un ruolo di primissimo piano. Chiediamo pertanto al Governo che si difenda in ambito europeo la competitività delle nostre aziende e della nostra economia cominciando a orientare ad esempio l'Europa a politiche energetiche-ambientali più omogeneee, competitive e realistiche". Questo l'appello rivolto ai rappresentanti del Governo da Giuseppe Pasini, Presidente di Federacciai, presenti oggi a Milano all'Assemblea annuale degli imprenditori siderurgici.

Nel corso dei lavori si è tracciato un quadro puntuale della situazione attuale, delle prospettive e delle problematiche aperte del settore, alla presenza del Sottosegretario per lo Sviluppo Economico, Stefano Saglia, del Presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni e della Presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia.
Nel contesto economico globale si può facilmente notare che mentre le economie cosiddette emergenti alimentano circa il 70% dell'incremento mondiale del PIL, e ogni anno vedono il loro Prodotto Interno Lordo crescere mediamente di oltre il 6% (con la Cina addirittura al 10% e l'India all'8%), l'Europa e l'Italia stanno tirando il freno. La siderurgia rispecchia questi equilibri (o squilibri), considerando che nel 2010 la Cina ha prodotto il 50% dell'acciaio mondiale (ne produceva il 15% nel 2000), mentre la produzione europea si è attestata al 12%. In dati assoluti, la produzione globale di acciaio è stata nel 2010 di 1,4 miliardi di tonnellate con un incremento del 15% rispetto al 2009. L'Asia ha prodotto quasi 900 milioni di tonnellate con un +12%, mentre l'Europa si è fermata a quota 172 milioni di tonnellate con una crescita poco superiore al 24%.
L'Italia ha fatto meglio, con un incremento del 30% circa, a quasi 26 milioni di tonnellate di acciaio prodotto.

E nei primi cinque mesi del 2011 la produzione globale di acciaio è stata di 630 milioni di tonnellate con un incremento del 7,3% rispetto allo stesso periodo del 2010. Ma nello stesso periodo, l'Asia ha prodotto 400 milioni di tonnellate, mettendo a segno un +8% con l'Europa che, con 78 milioni di tonnellate, è cresciuta del 4%.
In questi primi cinque mesi, l'Italia ha fatto meglio della media europea, registrando un +8,1% a 12 milioni di tonnellate prodotte, ma sempre ben al di sotto del 15% rispetto al periodo pre-crisi del 2008.
Per contro, il quadro macroeconomico ci vede in deciso difetto rispetto ad altri Paesi europei: mentre nel primo trimestre il nostro PIL è cresciuto dello 0,1%, Germania e Francia registrano un +1,5 e un + 1% e la stessa media europea si attesta a un + 0,8%. È tra l'altro di pochi giorni fa la stima al ribasso di Confindustria che vede la crescita del nostro PIL scendere allo 0,9% nel 2011 e all'1,1% nel 2012, in entrambi i casi due decimi in meno rispetto alle previsioni diffuse lo scorso dicembre.

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