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Questo articolo è stato pubblicato il 28 giugno 2011 alle ore 07:56.
ROMA. È il grande incompiuto delle riforme fiscali degli ultimi anni: un codice tributario in cui riportare le regole del sistema fiscale cui contribuenti e amministrazione finanziare dovranno uniformare i loro comportamenti.
Un progetto che torna alla ribalta con la nuova riforma fiscale che il Governo si appresta a varare giovedì prossimo.
L'obiettivo non è tanto quello di creare un testo unico delle norme fiscali ma un vero e proprio codice unico in cui sono indicati i principi generali su cui è ordinato il sistema fiscale. In una parte speciale dello stesso codice, poi, verrebbero, invece, disciplinati i dettagli delle cinque imposte su cui poggerà il nuovo fisco.
Oltre al rispetto dei principi sanciti dalla Carta costituzionale come la legalità, la capacità contributiva e l'uguaglianza, le norme fiscali secondo il nuovo codice dovranno essere in linea con l'ordinamento comunitario. Non solo. Non dovranno contrastare con le convenzioni contro le doppie imposizioni. Ma soprattutto dovranno essere coerenti con il tanto bistrattato Statuto del contribuente e soprattutto con quei principi che la legge del 2000 ha introdotto per riportare equità nel nostro sistema, a partire dalla conoscibilità effettiva delle regole fino alla irretroattività delle disposizioni tributarie.
Dal codice potrebbe arrivare, dunque, un contributo sostanziale alla semplificazione degli obblighi fiscali. Infatti, il nuovo sistema fiscale che dovrà essere trascritto nel codice unico dovrebbe prevedere espressamente che l'obbligazione fiscale segua regole comuni, quanto meno su dichiarazione, accertamento e riscossione.
Così come, anche alla luce del percorso già tracciato con il recente decreto sviluppo, il rispetto degli adempimenti non dovrà produrre ulteriori costi amministrativi al contribuente che intende rispettare l'adempimento fiscale.
Il codice dovrà dettare anche principi uniformi anche sulle sanzioni. Queste dovranno essere applicate solo su nei confronti di avrà tratto un beneficio reale dalla violazione.
Derogare al codice, infine, sarà possibile solo espressamente. Principio che, se correttamente applicato, potrebbe bloccare una volta per tutte il proliferare di norme fiscali (agevolazioni, riduzioni, termini e altro) nei provvedimenti più disparati, così come il cambio delle regole in corsa, magari nel corso dell'anno d'imposta. (M. Mo.)
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