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Questo articolo è stato pubblicato il 28 giugno 2011 alle ore 07:58.

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ROMA. Nella mini-riforma della giustizia tributaria da inserire nella manovra triennale, prende sempre più corpo l'idea di escludere i professionisti dalle Commissioni tributarie. In sostanza l'esercizio della consulenza fiscale, così come l'iscrizione negli albi abilitati all'assistenza tecnica nel contenzioso tributario (commercialisti ed esperti contabili, avvocati e consulenti del lavoro, architetti, geometri ecc.) costituirà causa di incompatibilità con il ruolo di giudice tributario.

Oltre alle incompatiblità più rigide, che includeranno anche coniugi o conviventi del professionista, la manovra introdurrà nel processo tributario il contributo unificato. Una sorta di tassa di ingresso parametrata al valore della lite. Dal contributo, che potrebbe portare con sè un effetto deflattivo al contenzioso, il Governo conta di recuperare le risorse per garantire un premio di produttività ai giudici che smaltiranno in un anno almeno il 10% dell'arretrato così come per i giudici che smaltiranno velocemente i depositi nelle Commissioni provinciali. Dal canto loro i giudici tributari, con una delibera del Consiglio di presidenza della giustizia tributaria diramata ieri, hanno chiesto al ministro dell'Economia la riapertura del confronto sui compensi e sugli organici.

Le incompatibilità dei giudici tributari è solo una delle ultime novità delle misure allo studio di Via XX Settembre. Nella sua composizione per grandi capitoli, la manovra dovrebbe confermare infatti i nuovi tagli sul pubblico impiego e gli interventi sul «cantiere previdenziale», il nuovo giro di vite sui Comuni, la sanità, la spesa delle amministrazioni fino ai costi della politica, con misure, in quest'ultimo caso, più che altro di portata simbolica.

Il decreto messo a punto per garantire il quasi-pareggio di bilancio nel 2014, si aprirà con misure di finanziamento per 2,5 miliardi per l'anno in corso ( da replicarsi nel 2012) su spese in scadenza a fine mese. Tra queste ci sono le missioni militari all'estero, su cui peraltro ha puntato l'indice la Lega, che perlomeno sul fronte libico potrebbero essere accompagnate da una misura ad hoc per mettere a garanzia dei primi interventi di sostegno dell'Italia al Consiglio nazionale di transizione i beni di controllati da Gheddafi nel nostro Paese e che sono stati congelati. Il valore è di questi beni è di 7-8 miliardi tra azioni e depositi: il meccanismo della garanzia inserito nel decreto missioni consentirebbe lo sblocco dei primi aiuti (300 milioni da parte di Unicredit per sostenere spese nei territori liberati e 150 milioni da parte dell'Eni).

Anche sulle misure previdenziali la Lega pone condizioni. Il partito di Bossi acconsentirebbe all'anticipo al 2013 dell'aggancio del momento del pensionamento all'aspettativa di vita in cambio di un maggiore gradualismo (non definito) per l'allineamento a 65 anni dell'età per il pensionamento di vecchiaia delle donne nel settore privato. Sul «cantiere pensioni» resterebbero invece confermati gli interventi di solidarietà sulle pensioni d'oro, e l'aumento dell'aliquota contributiva per i parasubordinati.
Persino gli interventi sugli statali si annunciano come una grana tutt'altro che risolta per Lega e Pdl. Le ipotesi parlano di un blocco totale del turn over e la proroga del blocco degli aumenti contrattuali. Si lavora ancora sull'identificazione delle percentuali e soglie di reddito del taglio sugli stipendi pubblici (ancora incerto se il taglio del 5% si applicherà agli stipendi oltre 50mila euro oppure oltre i 75mila euro) Ma i dirigenti della Pa hanno già annunciato battaglia. Si valuta poi la razionalizzazione di alcuni enti pubblici (come la soppressione dell'Ice), un graduale accorpamento di province e prefetture e un nuovo intervento sulla scuola.

Confermate le misure di contenimento della spesa attraverso il meccanismo dei costi standard su ministeri e sanità. Gli interventi in cantiere vanno dalla stretta sull'acquisto di beni e servizi ai farmaci, dal personale ai ricoveri. Sui Comuni dovrebbero essere in arrivo tagli per almeno 3 miliardi, ma per quelli virtuosi dovrebbe essere previsto un allentamento del patto di stabilità. Una quota delle risorse della manovra potrebbe arrivare dal mercato dei giochi. Il pacchetto su cui oggi potrà essere effettuata "la spunta" riguarderebbe una nutrita serie di bandi di gara e una stretta ulteriore nella lotta al gioco illegale. Per le scommesse si pensa al lancio di una procedura comunitaria per l'apertura di 2000 nuove agenzie, con l'obiettivo di rimpiazzare i circa 1300 punti scommessa che andranno a scadenza il 30 giugno 2012 e che realizzano il 30% della raccolta del settore.

Potrebbe decollare anche il gioco sul resto della spesa. Si giocherà alla cassa del supermercato: fino a un massimo di 5 euro, scegliendo di trasformare il resto della spesa in una ricevuta di partecipazione ad un'estrazione, che potrà garantire vincite per migliaia di euro centrando numeri o combinazioni estratti a sorte. Nuova stretta sul gioco illegale, soprattutto sul fronte delle scommesse sportive e delle new slot.

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